mercoledì 4 dicembre 2013

Pilsner Urquell, la prima "bionda" della storia

Sebbene sia molto popolare e facile da reperire qua in Italia, forse non tutti sanno la storia che sta dietro questa fantastica birra... la Pilsner Urquell.






La sua prima apparizione, segna infatti una rivoluzione nel mondo brassicolo e nella cultura della birra, non solo a livello regionale nell’ area di Plzeň in Rep. Ceca, di dove è originale, ma a livello mondiale. Prima di allora le birre erano per la maggioranza ad alta fermentazione ( ALE ), o a fermentazione spontanea, scure e affumicate visto l’uso di legnami/torba/paglia per essiccare i malti, pesanti e ricche di minerali, vista la qualità delle acque usate e torbide, visto non venivano filtrate. Ma nel novembre 1842, grazie all’ intuizione del mastro birraio Josef Groll tutto ciò stava per cambiare...



...Groll infatti nella costruzione del birrificio presso la città di Plzeň adotto accorgimenti che cambiarono per sempre il modo di bere e vedere la birra. Introdusse la bassa fermentazione ( LAGER ) come già facevano alcuni tedeschi nella zone della Baviera, per fare ciò costrui tunnel sotterranei sotto il birrificio cosi da controllare le temperature e i tipi di lieviti presenti. L’attenzione per la qualità delle materie prime usate; l’acqua blanda e dolce della fonte, i malti provenienti dalla Moravia, e l’utilizzo del luppolo Saaz, uno dei luppoli nobili che si caratterizza per le note profumate più che per il potere amaricante. Introdusse inoltre l’uso di caldaie di rame, riscaldate indirettamente dal fuoco cosi da rendere minima la caramellizazione dei malti ed eliminare le tracce di fumo/affumicato. Il risultato, presentato l’11 novembre 1842 presso il mercato della città ebbe un successo eclatante che la fece nel giro di pochi anni arrivare in tutti i paesi europei e non solo, anche se conseguentemente al successo arrivarono imitazioni da tutte le parti, tutti infatti vollero copiarla e produrne una copia all’interno del loro birrificio… tutti volevano produrre una Pilsen/Pils/Pilsner, tanto che per tutelare il prodotto nel 1898 venne aggiunta la parola “Urquell”  che significa “della fonte originale” così da poterla distinguere e ribadire con forza l’originalità del prodotto. 



Accanto ad un prodotto così rivoluzionario, e di qualità, è giusto anche ricordare una concausa del successo di questa birra; come detto le birre precedenti erano scure e torbide e per questo servite in tarri di porcellana o scodelle, mentre ora il color giallo intenso e dorato, il fine perlage, la densa e robusta schiuma bianca vogliono essere mostrati e risaltati, cosi che la nuova birra venne servita in bicchieri di Cristallo di Boemia (che è appunto la stessa regione della città di Plzeň) contribuendo così al successo planetario di entrambi. 



E se qualcuno pensa che dopo 151 anni dalla sua nascita la Pilsner Urquell abbia stufato o sia superata dovrà ricredersi; gode infatti di ottima salute e per citare l’ultimo dato in ordine di tempo ha avuto una crescita nel mercato inglese del 5% negli ultimi 6 mesi, il dato di crescita maggiore… per la gioia del gruppo SABMiller che ne è il proprietario.

…In Beer We Trust…      

mercoledì 27 novembre 2013

La nuova birra più costosa al mondo ?¿

Ritorniamo a parlare delle birre più care al mondo perché oggi scopriremo se dovremmo aggiornare ancora la classifica!

Per meglio dire… sicuramente già ora è da aggiornare, visto il prezzo d’asta per la bottiglia è di $9750 dollari… resta da scoprire quanto i rilanci ne faranno subire il prezzo!!

Oggi (mercoledì 27) sta per andare in vendita, presso la casa d’aste Wallis & Wallis a Lewes, in Inghilterra una bottiglia molto particolare di cui abbiamo già parlato. 



Il lotto 221 oltre a contenere alcune lettere e cimeli storici, presenta pure una bottiglia di Lowenbrau Lager  “sopravvissuta” al disastro aereo dell' Hindenburg il 6 maggio 1937. Il disastro è ricordato a causa della sua straordinaria copertura da parte di cinegiornali, fotografi e della testimonianza radiotrasmessa dal campo d'atterraggio dell'annunciatore Herbert Morrison. Le parole di Morrison non vennero trasmesse se non il giorno dopo, ma rimasero celebri le parole pronunciate al momento dell'impatto: "Oh, the humanity!".



Ora una bottiglia del genere è stata venduta precedentemente per $16.000 dollari, vediamo questa a che cifra arriverà ¡! 



Bisogna ricordare che la bottiglia ha un mero valore storico più che per il suo contenuto (che quasi sicuramente è alterato) e ciò che la rende appetibile dai collezionisti è che, nonostante molte altre bottiglie siano sopravvissute al disastro, ad oggi se ne conoscono solo 6 bottiglie… per cui se siete interessati, sotto con le offerte !!

…In Beer We Trust… 

martedì 26 novembre 2013

Birra e ... additivi, coloranti, antiossidanti, addensanti....

Dimenticate il Reinheitsgebot, ovvero l' Editto della Purezza tedesco e tenetevi ben saldi alla vostra sedia… quella che va ad iniziare è una sorta di “galleria degli orrori” della birra!!

Basta un po’ di pazienza e mettersi a leggere le etichette delle birre che si trova di tutto e di più tra gli ingredienti con cui vengono prodotte, e se ciò non bastasse cè internet a raccontarci altre storie, ma iniziamo;



Caramello, ovvero E 150c; colorante artificiale bruno, che può essere prodotto con l'uso di organismi geneticamente modificati. E' un caramello che viene prodotto mediante riscaldamento di carboidrati in presenza di composti ammoniacali come idrossido di ammonio, carbonato di ammonio, bicarbonato di ammonio e fosfato di ammonio.  



Metabisolfito di Potassio, ovvero E 224; Il metabisolfito di potassio è utilizzato principalmente come conservante, oltre che come agente decolorante.



Acido L-ascorbico, ovvero E 300; è più conosciuto come vitamina C di sintesi. Come additivo però non esplica azione vitamica, ma è un antiossidante che impedisce l' imbrunimento.

Cocciniglia, ovvero E 120; La cocciniglia è un colorante naturale rosso, ricavato dall'omonimo insetto, appartenente alla famiglia della coccoidea. Una volta ottenuta la polvere macinando il carapace degli insetti, questa viene trattata con acqua calda per estrarre l'acido carminico, che è la molecola colorata.



Sale sodico dell'acido lattico, ovvero E 270; L'acido lattico ed i lattati sono usati come conservanti, principalmente contro funghi e lieviti. Sono anche usati per aumentare la stabilità degli anti-ossidanti e per prevenire l'essicazione di vari prodotti.

Acido Lattico; serve a bilanciare il PH del mosto di birra.

Colla di Pesce; di origine animale, usata nel processo di chiarificazione della birra.

Acido Alginico e Sali, ovvero E 400 – 404; aumenta la consistenza delle bollicine, che durano di più.



Anidride solforosa, ovvero E 220; E' un gas incolore, usato come conservante per prevenire il deterioramento sia batterico che enzimatico dei prodotti. Agisce anche come agente anti-ossidante con un effetto sbiancante.   

Betaglucanasi Termostabile; Accorcia i tempi di lavorazione e agevola i processi di riduzione della viscosità del mosto.

Una breve carrellata giusto per aprire un po’ gli occhi, e magari iniziare a leggere le etichette… Mi preme ricordare che gli ingredienti sopra menzionati sono tutti perfettamente legali e sicuri e non sono tossici per l’ uomo (almeno spero visto ne ho bevute molte per provarle)… e sono solo una parte di ingredienti chiamiamoli “non convenzionali” che si usano. 

…In (Real) Beer We Trust…