venerdì 28 giugno 2013

La prima birra Social #MashTag

Oltre ad essere un fan accanito del mondo della birra in generale, giusto per dire l’ultima sono riuscito ad avere il six-pack di Westvleteren 12 (XII) con i 2 bicchieri, che per chi fosse ignaro di cosa essa rappresenti, ricordo che da due anni è considerata la birra migliore al mondo, sono un fanatico di Social Network; avendo viaggiato molto, e vissuto all’estero è naturale voler restare in contatto con gli amici/parenti/conoscenti, e questo mi ha portato ad usare molto internet e i Social Network appunto… …ed oggi questi due aspetti si uniscono tra loro… ma andiamo con ordine…

Tutto inizia da Twitter per la parte del Social Network e dal birrificio scozzese BrewDog per la parte riguardante la birra (e chi se non loro mi verrebbe da aggiungere). 




Ebbene BrewDog ha creato l’ hashtag #Mashtag chiedendo hai suoi follower (ovvero i seguitori) di interagire con loro al fine di creare una nuova birra. 



Dopo molti consigli, discussioni, tweet, re-tweet sul nome, sul grado alcolico, sullo stile, luppoli e via dicendo, si è giunti così alla creazione della prima birra “democratica” e “cosmopolita”; gli utenti hanno così decretato che la nuova birra chiamata Mashtag (…e qua mi permetto di dire ZERO fantasia…) sarà una American Brown Ale con ABV 7,5% mentre gli IBU saranno 95, inoltre tra i vari luppoli usati mi preme citare il Nelson Sauvin che prende il nome dalla regione centrale della Nuova Zelanda dove viene coltivato , appunto Nelson, e dal vitigno Sauvignon di cui ricorda il fruttato tipico e fresco dell'uva spina. 




E stata lanciata sul mercato il 26/6 … e speriamo arrivi presto pure in Italia!



Che dire, la birra giusta per un internauta/bevitore come me :-P 

…In Beer We Trust…

martedì 25 giugno 2013

Introduzione allo stile Kölsh




Karl Marx una volta ammise che la Rivoluzione, di cui si faceva portatore, non avrebbe funzionato nella città tedesca di Colonia, e questo per il fatto che dirigenti/proprietari delle fabbriche, si fermavano a bere birra negli stessi bar dei loro operai. 



Questa birra è la Kölsch, appartenente alla categoria delle Light Hybrid Beer. La Kölsch è una istituzione, nonchè orgoglio della città di Colonia, così tanto che oltre ad averle prestato il nome, Kölsh appunto, è pure oggetto di una protezione particolare, sia a livello Europeo con la Indicazione Geografica Protetta, sia a livello locale tramite la Kölsch Konvention; solo chi è parte di tale convenzione, e ovviamente la produzione deve avvenire nell’area di Colonia, può chiamare la propria birra Kölsch. Per capire quanto sia importante questa birra per gli abitanti e per la regione, basta inoltre ricordare la parodia alla famosa frase di John Fitzgerald Kennedy, «Ich bin ein Berliner» (Io sono un berlinese),  che l’ex-presidente americano Bill Clinton esclamò, in occasione del vertice del G8 a Colonia nel 1998, «Ich bin ein Kölsch» (Io sono un Kölsch).

Questo non impedisce a nessuno di produrla seguendo la ricetta originale… l’unica differenza sarà il nome che verrà apportato, non potendo usare la parola Kölsch. In Messico ad esempio bevevo la buonissima Minerva Colonial, chiaro riferimento allo stile, mentre quando studiavo in Spagna bevevo l’Isleña che è sempre di questo stile.   



Cosa la rende così particolare? Il fatto di essere una birra prodotta con lieviti ad alta fermentazione (Ale) ma che viene lasciata fermentare a temperature da bassa fermentazione (Lager), è inoltre possibile trovare fino ad un 20% di frumento all’interno della birra, ma questo viene lasciato a discrezione del mastro birraio. Questo le rende una birra molto facile da bere, fresca e pulita, senza trascurare il corpo equilibrato dato dalla presenza di malti Pale oltre che a malti Pils, nonchè l’alta fermentazione che le conferisce toni fruttati. Vengono usati luppoli nobili quali Hallertau, Tettnang, Spalt o Hersbrucker.

Va servita e bevuta in vasi Stange 



…In Beer We Trust… 

lunedì 17 giugno 2013

Birra & Tequila

Scrivo questo articolo spinto dalla nostalgia del mio passato recente in Messico, e la causa scatenante questo momento è l’aver comprato e bevuto una particolare birra, la Desperados… 


(notare prego, l'accompagnamento gastronomico con tacos preparati in Italia; per chi ne volesse mi avvisi e facciamo una serata messicana a casa mia!)

...ok, seriamente, tralasciando la bassissima qualità di questa birra francese, ora di proprietà dell’ Heineken, quello di cui volevo parlare è il connubio tra Birra e Tequila. 

La Desperados infatti si presenta al mercato europeo come una birra al tequila, un po’ come la più conosciuta, almeno da noi, Adelscott con il suo sapore a Whisky. Ora mentre la Desperados non è una mescola di birra e tequila, ma è solamente una birra aromatizzata al tequila e con l’aggiunta di limone (che serva a rievocare il sapore della tequila bum bum?¿), in Messico invece questa particolare unione sta scoprendo la sua epoca d’oro, e fortunatamente ho avuto la fortuna di conoscerla e provarla molto bene, giacché chi mi conosce sa benissimo il mio amore smisurato (a volte troppo) per la Birra & Tequila!!

Il Tequila è un distillato di Agave, nello specifico dell’ Agave Blu, in Messico come nel mondo esistono moltissimi tipi di Agave, ma solo appunto dall’Agave Blu può essere distillato il Tequila, se invece distillo qualsiasi altro tipo di Agave, sia esso Agave maximiliana, Agave inaequidens, Agave angustifolia …. e via dicendo, ottengo il Mezcal, o nelle sue sotto-categorie il Bacanora derivante dall’ Agave angustifolia, l’Henequen derivante dall’ Agave fourcroydes e il Sotol derivante dalla pianta Dasylirion wheeleri… Non occorre precisare che li ho provati tutti… magari un giorno farò un articolo solo su Tequila e Mezcal!
Torniamo a noi, ora che abbiamo capito un minimo di differenza tra Tequila e Mezcal, che si riassume nel tipo di Agave usato, entrambe le bevande, essendo alla base della cultura e della vita dei messicani, vengono fuse in vari modi con l’altra grande passione dei messicani, ovvero la birra.
E qui ci sono vari modi per unirle, cito solo i casi che ho bevuto, visto, aiutato a produrre;

Toro Mestizo; edizione limitata di 1000 bottiglie per celebrare il secondo anniversario del birrificio TORO, una birra in stile Golden Ale, mescolata con Mezcal e imbottigliata, in modo che la seconda fermentazione avvenga in bottiglia grazie agli zuccheri del Mezcal.



Minerva I.T.A.; Minerva è uno dei microbirrifici più promettenti dell’intero paesaggio messicano, e ci presenta questa collaborazione con la distilleria Reserva de los Gonzales, senza ombra di dubbio una delle migliori distillerie al mondo (i suoi prodotti possono arrivare ai 2-3000 euro) una Golden Ale, lasciata maturare in botti di tequila añejo, ovvero invecchiato , e che già dal nome punta a creare un nuovo stile nella classificazione delle birre, ovvero Imperial Tequila Ale, I.T.A. appunto.    



Agave Red Ale; dal birrificio Alebrije questa stupenda Red Ale insaporita con la penca, ovvero il cuore della pianta dell’agave che si usa per distillare il Tequila/Mezcal. La penca dell’Agave Espadin (da cui si ricava un eccezionale Mezcal) viene aggiunta durante la fase di cottura del mosto, cosi da apportare ulteriori zuccheri fermentabili. 



Giusto per dire gli Alebrije sono animali immaginari, formati da parti di animali diversi, un po’ come una chimera per noi, che vengono scolpiti in legno e colorati a mano con colori forti tipici della culture del centro del Messico.





Teufel 77; questa Blond Honey Ale del birrificio Teufel mi ha fatto impazzire quando l’ho provata ad una expo a Città del Messico! Se poi aggiungo l’educazione e la gentilezza dei proprietari con cui ho bevuto e parlato tutto il giorno si merita una menzione speciale! La particolarità sta nell’aggiunta di miele d’Agave sia durante la maturazione che in bottiglia che le apporta note dolci ad Agave (difficili da spiegare essendo la pianta a molti estranea) senza quel intenso odore ad affumicato della penca o il tocco a vaniglia/citrico che viene passato della botti di Tequila/Mezcal.



Concludo qua perché altrimenti potrei continuare per ore e diventerei noioso… dico solo che loro bevono ciò e noi dobbiamo accontentarci di bere come detto Desperados o … Salitos, altra bevanda aromatizzata al tequila e limone prodotta questa volta in Germania, per non parlare del Tequila che si trova da noi… Jose Cuervo Especial e Sauza Blanco … in Messico costan 3 euro a bottiglia, qua 13 euro… senza contare che la nemmeno il peggior ubriacone le beverebbe, ed infatti si usano per dare da bere ad ignari stranieri (giuro che però io non l’ho mai fatto), o per le cd serate free-drink o nei villaggi all-inclusive ¡!

Detto ciò vado a prendermi una birra Corona… almeno non mi delude MAI e mi placa la sete e la nostalgia.



…In Beer (& Tequila) We Trust…

   

venerdì 14 giugno 2013

Il copri lattina (di birra)

Stavo svogliatamente guardando internet ed in particolare su ebay se c’era qualcosa che potevo comperare per il mio compleanno, quando mi imbatto in un oggetto che riguarda la birra, a prima vista mi ha fatto ridere, ma poi, notando che ne erano stati venduti più di 2100 esemplari ho pensato che forse non era proprio così inutile questo gadget, di cosa sto parlando ¿? Del copri lattina di birra...



Che in molti posti sia vietato il consumo di alcolici e cosa nota, e lo sarà sempre di più, vuoi per tutelare i minori, la sicurezza pubblica, il decoro delle città… o perché più semplicemente non hanno un c@#$° di meglio da fare… 



Inoltre mi è capitato lavorando di dover servire tequila, grappa o vodka in tazzine da caffè così da dissimularne il contenuto, e mentre tutti pensavano fosse un caffè il cliente si faceva il suo goccetto tranquillo da occhi e pensieri indiscreti dei colleghi o amici.... un pò come quello che faceva l'ex giocatore dell' Inter (forza Milan tra l'altro) Adriano, con il suo indimenticato caffè col trucco



Ma oggi per $4 dollari grazie a ebay si può avere a casa propria il copri lattina, cosi da poter degustare la propria birra in santa pace senza che nessuno ti indichi o ti guardi male!!

Ovviamente per chi ha il cd “braccino corto” lascio il video di come farsi il copri lattina di birra a casa propria ¡!

…In Beer We Trust…

giovedì 13 giugno 2013

"L' insaporitore" per la birra

Ok, mi sono sempre piaciute le innovazioni nel campo brassicolo, ho sempre detto che più si rompono le regole e più fascino trovo, ma questa nuova “invenzione” mi lascia abbastanza sul-chi-va-là; mi è stata passata da un amico, l’altro giorno su Tumblr questa foto…



… accompagnato dalla descrizione che, detto contenitore, contiene una specie di colorante/insaporitore che permette di cambiare il gusto della birra che stiamo bevendo in un altro tipo di birra (per ora essendo un nuovo prodotto, in American Ale o Pale Ale).



Infatti andando poi ad indagare sul loro sito si scopre che effettivamente è una specie di colorante che modifica il sapore della birra che stiamo bevendo, ovviamente la birra dovrà essere una Light Lager, che essendo per lo più priva di sapore o gusto ben si presta a questa trasformazione, e certamente posso confermare che per quanto assurdo sia ciò, l’avrei davvero voluto provare questo “insaporitore di birra” con alcune birre provate nella mia vita… che tanto anche se, “l’insaporitore di birra” fosse solo una trovata da BeerSnob che: No, io non bevo questa birra perché fa schifo, le avrebbe comunque migliorate (leggi alcune birre da discount).



Se ancora non credete un liquido possa cambiare lo stile di una birra guardatevi il link del video promozionale.

Che dire, sono un “San Tommaso” che non crede fino a che non l’ha provata, per cui ai posteri l’ardua sentenza; sarà una “rivoluzione” o una farsa da BeerSnob ?¿ 

…In Beer We Trust…

venerdì 7 giugno 2013

Questo si è un videogioco ...Beercade: The Last Barfighter

Riflettevo che forse da piccolo ho sprecato la mia esistenza con videogiochi quali Ghost&Goblin, Metal Slug, Street Fighter, Tekken … ma a mia difesa posso dire che non avevano ancora progettato questo videogioco… 



Creato dal birrificio americano Big Boss il videogioco Beercade: The Last Barfighter, è un picchiatutto che si conclude con l’elargizione di un bicchiere di birra al vincitore del duello! Come si suol dire: “ si prendono due piccioni con una fava”.




¿ Perché infatti ordinare ad uno svogliato barista o ad un cameriere che ci mette mezzo’ ora a portarti ciò che hai ordinato (e a volte pure sbagliando) ? Ora tutti i problemi saranno risolti da questo gioco rivoluzionario che sebbene abbia una grafica non eccelsa promette avvincenti duelli tra amici per conquistare l’ambito premio finale; “il boccale di birra”  ¡!  Ovviamente birra del suddetto birrificio ¡! …che però non avendo provato non so’ esprimermi in merito… anche se conto di colmare la lacuna nel minor tempo possibile.



…In Beer We Trust…

giovedì 6 giugno 2013

Beard Beer, ovvero la Barba Birra

Che si possa usare di tutto nel mondo brassicolo per produrre o insaporire la birra, mi sembra di averlo esposto chiaramente già in passato; dalle birre con caffè di Luwak passando per birre al caffè prodotto da elefanti,  alla birra con i testicoli di toro e mille altri ingredienti ancora. Che possano o meno poi piacere è un discorso soggettivo, resta il fatto che nel personale trovo tutte queste combinazioni eccitanti ed interessanti, e ieri, parlando con un amico americano, sono venuto a conoscenza di un’altra birra bizzarra che sicuramente dovrò provare nella mia vita!



Chi è il simpatico signore barbuto di qui sopra? Sebbene non conosciuto in Italia, costui è John Maier, mastro birraio del birrificio americano Rogue. Ora questo birrificio con sede a Newport, Oregon, è  a mio avviso uno dei migliori birrifici artigianali (o craft brewery come direbbero la) attualmente presenti e operativi, deliziose la Oatmel Stout, e la Dead Guy Ale per citare quelle da me provate, e sempre all’avanguardia nella sperimentazione vedi la Chipotle Ale (prodotta con un tipo di peperoncino). Ora una delle ultime birre prodotte dal birrificio, e che stava bevendo il mio amico … è la Beard Beer… ovvero, con una traduzione letterale, la barba birra; questo perchè il nostro amico Maier si è chiesto un giorno... che tocco personale posso dare io ad una nuova birra che voglio produrre?? 



Personalmente me lo immagino pensando a mille ricette, ingredienti, luppoli, grani, malti e via dicendo… e mentre pensava si strofinava la barba un po’ sconsolato e a corto di idee… ed è proprio dalla barba, che si dice non venga tagliata del 1973, che gli venne l’idea per la nuova birra ¡!  Basta prendere i lieviti che negli anni si sono accumulati e incastrati nella folta barba, coltivarli in laboratorio affinché si riproducano e così poterli utilizzare per una nuova birra! Ed ecco fatto la Beard Beer.



Bisogna ricordare infatti che i lieviti sono organismi unicellulari osmofili, appartenenti al regno dei funghi che sono presenti nell’aria, e che nel corso della storia della birra, che rimonta a 5-6000 anni prima di Cristo la fermentazione si è sempre svolta spontaneamente (almeno fino alla loro scoperta e riproduzione in laboratorio nel 1854 ad opera di Pasteur) grazie appunto ai lieviti presenti nell’aria per cui non dovrebbe stupire il fatto di trovarne sulla barba del nostro amico Maier.


…In (Beard) Beer We Trust…