giovedì 26 settembre 2013

"Dave" ... la "nuova" birra più cara al mondo!

Via Twitter il micro-birrificio americano Hair of the Dog Brewing Company ( @hairofthedog) annuncia l’uscita sul mercato della loro birra “Dave” …



… subito ripreso da un’ altro tweet del sito ratebeer (@ratebeer ) che ne conferma l’uscita specificandone il prezzo… $2000…



… si avete letto bene, non è un errore di battitura… il prezzo di vendita sarà di $ 2000 dollari (a bottiglia a scanso di equivoci).



Questo la farla entrare direttamente in cima alla lista delle birre più costose al mondo!!  

Ora analizzando bene una possibile giustificazione, ammesso che comunque ce ne voglia una, leggo che la birra in questione è una birra in stile Barely Wine, o come viene chiamata Vino d’orzo, visto il suo grado alcolico di ABV 29%. Tale grado alcolico si ottiene mediante un procedimento tipico delle birre in stile Eisbok (di facile reperibilità la EKU 28 che consiste nel congelare la birra, in questo modo l’acqua congelando prima dell’alcol (che congela a -117°) viene eliminata lasciando una concentrazione di alcol nel mosto ogni volta maggiore, ma ovviamente cosi facendo si ha una perdita considerevole di volume… ecco allora che la nostra birra dagli originali 300 galloni, dopo un triplo congelamento per levarne l’acqua e aumentare cosi il grado alcolico fino ai ABV 29% si riduce a meno di 100 galloni, che suddivisi nelle bottiglie da 33 Cl ne producono all’incirca 1150 bottiglie. Una produzione così limitata e vincitrice di premi internazionali da far si che in pochi minuti quasi tutte le bottiglie fossero vendute/prenotate nonostante il prezzo, che non deve comunque stupire visto nel 2010 (quando il loro prezzo era più basso) venne battuta all’asta per $ 1571 dollari mentre nel 2012 un paio di bottiglie vennero battute per $4525,36 dollari.



Per cui se ne volete una (e ovvio, se vi avanzano $2000 dollari + il viaggio), affrettatevi ad andate al birrificio Hair of the Dog Brewing Company  con sede al numero 61 di SE Yamhill Street nella cittadina di Portland e sperare che nonostante il prezzo non siano già tutte esaurite… altrimenti aspetteremo l’anno prossimo nella speranza che il prezzo non salga ancora!!

…In Beer We Trust…


mercoledì 25 settembre 2013

Celest-jewel-ale ... la nuova birra "spaziale" by Dogfish

“you teach me the rules and i'll teach you to break them”

… tu mi hai insegnato le regole, ed io ti insegnerò come romperle … Nel caso del mondo brassicolo sono in molti a fare proprio questo motto. Accanto infatti all’ “Editto della Purezza” tedesco, che ci insegna che la birra viene prodotta con solo orzo, lievito, luppolo, e acqua, ci sono birrifici e mastri birrai che vanno per la loro strada innovando e proponendo sempre cose nuove, per citare i casi più popolari e famosi basti citare Mikkeller (leggi birra con caffè di luwak), BrewDog (leggi birra con il viagra), Stone (leggi Arrogant Bastard), Dogfish (leggi Ancient Ale)… ed è proprio quest’ultimo birrificio che due giorni fa’ a presentato al pubblico una nuova birra in produzione limitata realizzata con meteorite… 

Polvere di meteorite


sebbene già Sapporo abbia realizzato una birra con orzo coltivato nella stazione spaziale internazionale (l’ ISS), questa volta Dogfish, in collaborazione coi membri dell’ ILC Dover, che è l’azienda produttrice delle tute spaziali, hanno preso un vero meteorite, polverizzato e messo in infusione nel mosto della birra affinché, come racconta il fondatore della Dogfish Sam Calagione...



... rilasci i sali minerali che agevolano la fermentazione della birra donando ad essa un gusto salino che ben bilancia le note maltate della birra in stile Oktoberfest (giusto per rimanere in tema con il periodo).

Membri dell ILC Dover e della Dogfish


Purtroppo la birra, rinominata Celest-jewel-ale, con 5% ABV e 25 IBU, è disponibile solo alla spina e solo fino ad esaurimento presso il locale Dogfish Head’s Brewpub a Rehoboth Beach, Delaware.

…In Beer We Trust…       

giovedì 19 settembre 2013

Auto-Brewery Syndrome; quando il corpo inizia a “produrre birra” nello stomaco.


Leggevo che qualche giorno fa’, si presenta al Pronto Soccorso della cittadina di Carthage in Texas un uomo di 61 anni in evidente stato di ebrezza… nulla di strano verrebbe da pensare, casi così se ne vedono ogni giorno… eppure l’uomo, in compagnia della moglie asserisce come nonostante il suo stato etilico, non abbia assolutamente toccato alcool da giorni e nemmeno lui riesce a spiegarsi il suo stato. Ora immagino il sorriso beffardo degli addetti del pronto soccorso che sicuramente non credevano alla storia, ma nonostante tutto gli fanno le analisi del sangue e scoprono un livello di alcool pari a 0,37 % un livello cinque volte superiore al limite legale per guidare in Texas. Ma non finisce qua, incuriositi dallo strano racconto, i medici lo mettono sotto osservazione una notte e lo sottopongono a frequenti esami del sangue per rivelare il tasso alcolemico e notando ad un certo punto un incremento del 0,12%...




Ora immagino il sorriso beffardo iniziale dei medici che si trasforma in un sorriso di preoccupazione.. com’ è infatti possibile che aumenti il tasso alcolemico di una persona ricoverata e sotto osservazione? E così iniziano esami più approfonditi e ad arrivare esperti di ogni genere nel tentativo di dare una risposta a questa situazione.

Per farla breve alla fine si è concordato che il paziente soffriva di una rara malattia chiamata anche “Auto-Brewery Syndrome”, una malattia molto rara e poco conosciuta (l’ultimo caso documentato risale al 1970 in Giappone) che provoca un strano fenomeno di fermentazione all’interno dello stomaco umano ad opera dei lieviti Saccharomyces cerevisiae (quelli impiegati nella produzione della birra, oltre che del pane e della pizza), con conseguente produzione di etanolo. Può succedere infatti, che dopo un trattamento antibiotico, vengano spazzati via tutti i batteri intestinali, permettendo cosi la prosperazione di funghi, come appunto sono i lieviti Saccharomyces cerevisiae (che sono presenti naturalmente nell’atmosfera). Ora nel caso in questione i lieviti, trovando un terreno adatto alla riproduzione si sono moltiplicati e ogni volta che il nostro povero amico mangiava, i lieviti a loro volta mangiavano gli zuccheri che arrivavano nello stomaco, ma cosi facendo producevano CO2 ed Etanolo, con conseguente e involontaria intossicazione alcoolica del paziente.




…In Beer We Trust…

martedì 17 settembre 2013

Birra Gulden Draak, il "Drago d' Oro"

Non posso dire di essere un ammiratore delle birre belghe, potendo bevo altro, ma ogni tanto pure io mi soffermo a degustarle e le bevo di gusto, soprattutto quando poi scopro la storia che le circonda e che le donano un alone di mistero e un fascino d’altri tempi. Proprio l’altra sera infatti bevevo una favolosa Gulden Draak (voto 99/100 su ratebeer.com), una birra in stile Belgian Strong Ale da 10,5% gradi…






… e riflettevo sul logo…



Mi sapeva tanto da vichingo o qualcosa del genere, e allora sono andato a cercare quante più notizie possibili vista la mia curiosità, e la storia che ne è uscita mi ha sorpreso e affascinato! Come pensavo infatti il logo Gulden Draak ovvero “Drago d’Oro” ha origine Norvegese, salvo poi passare a Costantinopoli, per fare ritorno a Bruges e finire a Gant nelle Fiandre Orientali dove ancora oggi orna la cima del campanile della città a simbolo di protezione su di essa.

Ma andiam con calma… nell’ anno 1107, Sigurd I di Norvegia decide di partecipare in qualità di re di Norvegia ad una crociata in sostegno del Regno di Gerusalemme da poco fondato grazie alla Prima Crociata, dove una volta arrivato, aiuta Baldovino a conquistare la città costiera di Sidone. Finita la battaglia sulla via del ritorno verso casa, fa una sosta a Costantinopoli, dove acclamato con tutti gli onori, in segno di riconoscenza all’imperatore bizantino gli dona tutte le navi e i tesori conquistati e chiede di poter ergere la Gulden Draak, che adornava la prua della sua nave sulla cupola della chiesa di Santa Sofia…. 

Sigurd entra a Costantinopoli


...a cambio di ciò riceverà molti cavalli per il viaggio di ritorno in Norvegia via terra… .

Nel 1204 Baldovino I, o anche Baldovino IX Conte delle Fiandre, o ancora Baldovino VI Conte di Hainaut venne incoronato Imperatore nella chiesa di Santa Sofia a Costantinopoli e sembra che in questo momento il Gulden Draak venga trasportato come regalo nella città fiamminga di Bruges  (visto appunto Baldovino è Conte delle Fiandre) e li vi resta fino al 1382, quando infatti scoppia la battaglia di Beverhoutsveld...



... tra le città di Bruges (fiandre occidentali) e la città di Gand (fiandre orientali). Uscendone quest’ultima come vittoriosa, tra i trofei di guerra vi è anche il Gulden Draak che venne posto sulla sommità del campanile della città a protezione di quest’ultima…



... e lo si voglia o no da allora ancora sventola felice sulla sommità del campanile.

…In Beer We Trust…  

mercoledì 11 settembre 2013

Birra Brugse Zot ovvero "I pazzi di Bruges"

Siccome mi piacciono molto le favole e le storie legate al mondo della birra vi racconto quella legata alla birra Brugse Zot, visto la sto vendendo nel bar dove lavoro….




…la leggenda narra che quando Massimiliano I d'Asburgo ritornò dalla guerra, il popolo di Brugse, o Bruges, cittadina delle Fiandre Belghe, organizzò una parata molto colorata di festaioli e giullari. Quando alla fine della giornata, gli abitanti chiesero all' imperatore i soldi per un nuovo manicomio egli rispose: "Oggi non ho visto altro che pazzi. Bruges è già un grande manicomio!".  Da allora gli abitanti di Bruges sono chiamati "Brugse Zotten"  ovvero "I pazzi di Bruges".  



Oggi il birrificio De Halve Maan è l'unico ancora in attività nel centro della città di Brugse, e produce varie birre tra cui spicca sicuramente la Brugse Zot Dubbel. La Zot Dubbel è una birra ad alta fermentazione in stile Belgian Dubbel da 7,5 gradi di colore rosso rubino con riflessi ramati. Presenta una schiuma compatta e persistente che in bocca rilascia sentori di frutta secca e fieno con una buona nota di caramello. Il retrogusto è leggermente luppolato con tracce di affumicato. Nel complesso comunque risulta sempre secca e poco pastosa, per queste ragioni si caratterizza da una buona bevibilità.



…In Beer We Trust… 

lunedì 2 settembre 2013

birrificio artigianale KL

L’altro giorno sono andato su consiglio di un amico a conoscere e vedere un nuovo birrificio che hanno aperto vicino casa mia (a Santorso, provincia di Vicenza). Il birrificio in questione si chiama KL.



Devo dire che i due proprietari sono davvero simpatici e gentili, si nota subito la passione per il  loro lavoro, data da un’instancabile voglia di spiegarti e farti conoscere il loro lavoro e i loro prodotti, con dovizia di particolari, e di aneddoti. 



Altra cosa che mi ha sorpreso in positivo è la buona conoscenza circa gli stili della birra e la storia di essi nonché l’uso di una appropriata terminologia… Prendiamo ad esempio la birra Nessie … normalmente (purtroppo) capita, che parlando tanto con i proprietari, cosi come con il mastro birraio, chiedendo delucidazioni sulla birra ti rispondano:  “ah!, è una Birra Speciale  o Doppio Malto, rossa” …. Qua invece troviamo una descrizione appropriata data dal fatto di riportare la famiglia generale della birra, nel caso della Nessie lo Scottish and Irish Ale, nonché lo stile particolare che è lo Scottish Export 80 sc. Ok, magari è una cosa da pignoli che a nessuno interessa direte voi… invece a me sembra una cosa che fa’ una differenza incredibile se si vuole creare un minimo di cultura.



Ma tornando al birrificio e alla birra; propongono una gamma di sette birre, che devo dire ho provato e bevuto tutte con gusto! Mi sono sembrate equilibrate e ben fatte, conformi allo stile che vogliono riprodurre inoltre sono davvero belle le bottiglie da 500 ml. e belle le etichette… anche se come malignamente fa’ notare un’amica strizzano l’occhio alle Baladin…



Se avete occasione andate a trovarli e parlate con loro… sicuramente vi apriranno la mente e scoprirete cose nuove e divertenti sul mondo della birra artigianale… e iniziate bevendo la Special 3, birra che impiega nella preparazione miele di castagno… deliziosa !!

Trebbie d'orzo


…In Beer We Trust…