mercoledì 28 maggio 2014

Vintage Beer; Leffe Vieille Cuvée 1990

Grande aspettative per questa Leffe Vieille Cuvée del 1990…



... bottiglia bellissima, esteticamente, con lo smalto bianco in stile falsa ceramica, ma che mi protegge incredibilmente la bottiglia dai raggi del sole… un invecchiamento in cantina per 24 anni… una birra d’abazia  in stile Belgian Strong Ale a 8,1% ABV (quelle attuali sono a 8,2% ABV). Confesso che sono emozionato dal provarla!!



Non so perché venga chiamata Cuvée nel nome, visto non ci è dato sapere quale blend di birre viene usato e nemmeno il sito ufficiale della Leffe la annovera tra i suoi prodotti … ma passiamo oltre… gli utenti del sito Ratebeer.com le danno un punteggio di 93/100, che sebbene mi sembri abbastanza alto per la qualità, sicuramente li guadagna nel rapporto qualità/prezzo (la si trova a meno di 2 euro).



Aperta… colore rosso bordeaux carico, schiuma presente e sebbene all’inizio formi una bella corona si abbassa quasi subito anche se sorprendentemente vista l’età mantiene un minimo di corona fino alla fine! Odori a toffee, caramello, prugne e uvetta. In bocca un gradevole calore etilico, dolce, uno sciroppo di frutti rossi che si lascia bere piacevolmente ¡!  
Sedimenti sul fondo del bicchiere

Davvero una grande birra che merita tantissimo nell’ invecchiamento, si lascia bere, azzardo, molto più piacevolmente della sua sorella odierna, in quanto il tempo abbassa la carbonatazione e ne risalta i sapori e gli odori! Stupenda con carne alla brace… Bevuta in meno di 2 minuti…  davvero contento ¡! Credo ne comprerò varie e le buttero in cantina lasciandole riposare! 

…In Beer  We Trust…   

martedì 27 maggio 2014

Vintage Beer; La Rossa Moretti 1998

A parte la tristezza di servirla in molti bar come  <<Dame na birra rossa doppio malto>>, credo che La Rossa della Moretti sia davvero un’ ottima birra che ben rispecchia e rende onore allo stile Doppelbock. Uno stile a bassa fermentazione, caratterizzato da un elevato grado alcolico, una dolcezza a malto con note speziate, e un finale amaro del luppolo che contrasta la dolcezza dei malti e bilancia il grado alcolico… un tripudio di gusto e sapori che giustamente di recente è stato premiato in vari concorsi internazionali (p.s. non ho preso una sola lira per l’elogio della birra). Ma torniamo a noi… tutti la possiamo comperare nei supermercati/mercati/bar … ma la sua versione “invecchiata” come sarà?¿ 



La Rossa Moretti data di scadenza 1998, per cui minimo ha 16 anni … Apriamola…



Non mi aspetto nulla di che, siamo chiari da subito, la funzione del luppolo per bilanciare il dolce non sarà presente, carbonatazione assente o quasi… ma mi interessa vedere come reagisce una birra che potenzialmente potrebbe invecchiare (ottimi malti, buon grado alcolico, buon corpo) se non gli mancasse quell’ ultimo passaggio che rende cosi sublimi le birre “Vintage Ale” che finora ho provato… ovvero la rifermentazione in bottiglia. Essendo una birra di produzione di massa e distribuita in tutto il mondo (è di proprietà del gruppo Heineken) ed essendo una birra della famiglia delle Lager è presumibilmente filtrata e pastorizzata cosi che i lieviti residui non possano continuare nel loro lento lavoro durante l’invecchiamento della bottiglia, sebbene abbia una forte presenza di depositi sul fondo. 



Colore tonaca di monaco (così mi han detto che si dice) con riflessi a rame, corona di schiuma densa e pannosa che svanisce però quasi subito. Aroma a tostato, caramello, miele, frutti rossi, spezie. Al gusto spicca subito sia l’assenza di carbonatazione, che la perdita del grado alcolico, gusto zuccherino con sentori a prugna a malto torrefatto ma non pieno… si sente che manca il grado alcolico a supportare il gusto, inoltre l’assenza del bilanciamento del luppolo lascia una sensazione acquosa sul fondo del palato. 

L’ ho bevuta tutta per carità e non mi è dispiaciuta (ne sono morto)… ma nemmeno piaciuta… per cui meglio berla subito, soprattutto nei periodi primaverili/autunnali … ma spero di trovarne una “scaduta” da 2-3 anni dove secondo il mio modesto parere potrebbe dare il meglio di se (parlando di invecchiamento) ¡!

…In Beer We Trust… 

domenica 25 maggio 2014

Vintage Beer; Bud 1999

Ok, lo ammetto l’ho comprata e aperta solo per poter rivivere i momenti del Campionato Mondiale di Calcio di Francia 98 … 



… che per noi Italiani non sono andati molto bene, ricordo venimmo eliminati ai quarti dalla Francia ai rigori  (mannaggia Di Biagio) che poi a sua volta fu campione del mondo (doppio mannaggia) battendo il Brasile 3-0!! 

Che formazioni clamorose !!! (NDR)


…Ma torniamo a noi con questa Bud o Budweiser a seconda se ci troviamo in Europa o fuori da essa…  



Colore ambrato a differenza di una nuova che ha un colore giallo tenue con riflessi verdastri, una sorprendente effervescenza, sebbene poi la corona di schiuma scompaia quasi subito. Odore a miele, malto… assenti i sentori vegetali e freschi del riso. Presenza di lieviti in sospensione.



Nonostante il fine perlage presente, al palato non presenta una forte effervescenza, anzi un gusto piatto e non rinfrescante tipico della Bud che tutti conosciamo. Assente, il gusto evidente nelle “nuove”  Bud, del riso e le note a mela verde. Una birra totalmente differente da come la conosciamo e ovviamente come da pronostico imbevibile…



Mantiene tutte le aspettative che mi ero fatto, ovvero che fosse una birra “morta”, ma giustamente per confermarle bisognava provarla ¡!... che poi a dover di cronaca non ho bevuto ma mi sono solo sciacquato la bocca e l’ho sputata non essendo ovviamente fatta per una maturazione in bottiglia… come un buon prosecco, da consumare bello fresco il prima possibile e in questo caso la dicitura: “da consumarsi preferibilmente entro il 04/99” mi sembra anche troppo generosa e sarebbe meglio una scritta del tipo “da consumarsi obbligatoriamente dentro 6 mesi dalla data di imbottigliamento del ##/##”. 

…In Beer We Trust…  

sabato 24 maggio 2014

Vintage Beer; Adelscott 1998

Dopo la Corsendonk Pater del 1989 è ora giunto il turno di provare una nuova “birra vintage” e visto che l’altro giorno ne ho comperate un bel po’, visto dovevano liberarsene, eccomi qua a raccontarvi l’ esperienza di bere una Adelscott del 1998, o per voler fare gli splendidi visto va di moda del millesimo 1998 . 



Tutti abbiamo sentito parlare o abbiamo provato la Adelscott, che essendo di proprietà del gruppo Heineken la si trova in tutti i supermercati , birra Francese che impiega malti affumicati con la torba sul modello dei whisky scozzesi o restando nel mondo brassicolo sul modello delle rauchbier tedesche (che a differenza usano legno per affumicare i malti e non la torba).



Non sono molto entusiasta di provare questa birra in quanto è una lager per cui tendenzialmente tende a perdere le qualità organolettiche abbastanza in fretta, senza contare che viene confezionata in bottiglie di vetro chiaro, che permettono allegramente al sole di deteriorarla, inoltre già la versione normale non mi fà impazzire, figuriamoci una vecchia di 16 anni… Ma dall’ altra parte il fatto che sia una doppio malto (quanto odio questa parola ma mi serve per farci capire) a 6,6% ABV mi dà un po’ di fiducia su una minima conservazione, e poi soprattutto la curiosità…



…Aperta, così non ci penso su troppo ¡! Mantiene un minimo di carbonatazione e le bolle sono belle grosse (2-3 mm). Colore ambrato più carico rispetto alla “versione attuale” e un piccolo deposito  (che non mi sarei aspettato) di lieviti sul fondo. Odore a caramello, a malto, miele ed evidenti note affumicate. Sapore… assaggiata giusto per bagnarmi le labbra e poi sputata visto non mi fido ancora delle sue capacità di “invecchiamento”;  bassa, quasi assente carbonatazione, forte sapore del malto torbato che sovrasta ogni altro sapore, grado alcolico impercettibile e corpo leggero… sembra di bere un’acqua dolce con note affumicate. Bevibile giusto per la curiosità, e visto l’articolo l’ ho finito il giorno dopo causa lavoro, assicuro che non ho avuto effetti collaterali.. diciamo più semplicemente che non vale la pena conservarla in una cantina aspettando una maturazione…  ma siccome ho varie annate vediamo se versioni più recenti evolvono meglio prima di perdersi…



…In Beer We Trust… 

giovedì 22 maggio 2014

Vintage Beer; Corsendonk Pater 1989

Siccome sono curioso e non conoscevo la risposta al mio quesito, e siccome non sopporto chi parla senza sapere… l’altro giorno ho aperto come si vede nella foto una bottiglia di birra Corsendonk Pater con data di scadenza 1989.



Ovviamente, sono consapevole che un alimento scaduto è nocivo alla salute delle persone, (e non invito nessuno a farlo) ma siccome il fisico è MIO e le considerazioni iniziali sembravano promettere bene ecco come è andata;



Il mio dubbio nasceva dopo una discussione semiseria con un amico appassionato di vini che asseriva che una birra non può invecchiare (ovvero terra terra, è inferiore ai vini) e che se anche le avessi trovate/provate avrebbero fatto schifo in quanto a nessuno verrebbe mai in mente di conservarle come i vini pregiati, ovvero in orizzontale, in cantine a temperatura controllata e protette dalla luce… ok, sfida raccolta ¡! 



Così come vale per il vino, ci sono SOLO ALCUNI stili di birra che berrei dopo la data di scadenza, in particolare la mia attenzione si è concentrata sulle birre belghe rifermentate in bottiglia, e su delle Lambic o birre a fermentazione spontanea, in questo caso, una Abbey Dubbel della Brasserie Du Bocq. Faccio notare come la birra che ho provato (come altre che ho provato) è stata comprata in un negozio dell’ usato e venduta solo come oggetto da collezione e non per il suo contenuto… Per cui dubito che siano mai state tenute in cantina/orizzontalmente/protette dalla luce, ma questo non è un problema per me! 

Quello che subito salta agli occhi è l’ assenza di carbonatazione e un profumo dolce che si propaga nell’aria...



...(la foto non è delle migliori ma mostra il confronto tra la Corsendonk 1989 sx e una Corsendonk appena comprata dx), colore marrone scuro e denso, quasi liquoroso… un sapore in bocca pieno, avvolgente, caldo… dolce… molto dolce… Ricorda un vino liquoroso ma non in stile Porto ma più vicino alle note di un Marsala dolce. Una ottima birra da dessert se fossi in un ristorante, o da meditazione (come si dice) se fossi a casa. 



Davvero una bella scoperta … che merita di essere approfondita con altre degustazioni e comparazioni!! 

…In (Vintage) Beer We Trust…