sabato 30 marzo 2013

Scheda birra EKU 28


EKU 28



Nome: EKU 28

Birrificio: Kulmbacher Brauerei AG

Stile: Eisbock

ABV:  11%

Provenienza: Kulmbach , Germania

Prezzo: 2,5 euro Wall-Mart

Iniziamo con il chiarire che il 28 sull’etichetta non rappresenta il grado di alcol della birra, che infatti ha 11° gradi, bensì misura la percentuale di zuccheri presenti nel mosto prima della fermentazione (la sigla inglese OG, Original Gravity). 

Colore: Di colore ruggine, ambrato e con poca schiuma, l’elevato grado alcolico della birra infatti non ne favorisce lo sviluppo.

Odore: Aroma a frutta matura (prugne, fichi, melassa) e a biscotto, contaminato dall’alcol.

Sapore: Corposa, liquorosa, forte la presenza dell’alcol ma ben bilanciata dalle note dolci e mielose del malto.  Sapore che persistente in bocca, soprattutto nelle note liquorose.

Verdetto: Birra da meditazione, perfetta nel dopocena e nelle serate invernali, io l’ho bevuta  in Messico al caldo e devo dire che una è bastata a farmi addormentare sullo sdraio.. per cui attenzione a come la si beve. La consigliano pure come ingrediente per cocktail e longdrink… ma onestamente non ne so molto… 

Da servire in un bicchiere Snifter o Balloon



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Scheda birra Isleña, the beer of Ibiza


Isleña (the beer of Ibiza)




Nome: Isleña

Birrificio: Sant Antoni De Portmany

Stile: Kolsch

ABV:  4,8%

Provenienza: Eivissa, Spagna

Prezzo: 1,75 euro alla Coop

Premetto che sono stato colpito dalla bottiglia, ebbene si, pure il marketing gioca un ruolo fondamentale nella scelta della birra, oltre che ovviamente al prezzo.; la prendo tra le mani e noto che è Spagnola, di Ibiza… fantastico! Ho fatto un Erasmus a Palma di Mallorca (l’isola delle Baleari di fronte a Ibiza..) e non l’ho mai vista… per cui meglio provarla tardi che non provarla affatto. Me la rigiro tra le mani per capire meglio cosa ho trovato a partire della bottiglia di alluminio smaltata super leggera che mi piace molto, leggo essere una Ale e mi sorprendo… possibile che nell’ isola della perdizione e della festa sfrenata abbiano deciso di produrre una Ale invece che di una dissetante lager che sicuramente incontrerà il favore di una moltitudine maggiore di persone? Nonostante ciò continuo a leggere l’etichetta e vado su Internet per capirne di più, e così scopro che di Ibiza questa birra ha solo una parte dell’orzo con cui è prodotta. L’orzo prodotto a Ibiza viene infatti inviato a Colonia in Germania dove avviene tutto il processo produttivo che lo trasforma in birra e poi viene rispedito a…. ¿ Ibiza ?... No.. a Eivissa (un’altra isola sempre delle Baleari), dove ha sede la compagnia che la commercializza… non capendoci più nulla meglio inizi a provarla.

Colore: Si presenta con un colora giallo chiaro con venature arancioni, una schiuma leggera poco sostenuta della ritenzione della carbonatazione.

Odore: Leggere note a orzo, a frumento e a malto. Nessuna nota a luppolo.

Sapore: Sebbene sia una Ale è di corpo leggero, carbonatazione media, sapore a malto d’orzo e solo sul finale si incontra il leggero sentore amaro del luppolo anche se predomina il sapore dolce del lievito. 

Verdetto: Una birra piacevole da bere soprattutto in giornate molto calde, il basso grado di alcol la rende perfetta per le bevute di gruppo. Abbastanza fedele allo stile Kolsch (non per niente viene prodotta a Colonia) anche se gioca più sull’effetto visivo (molto bella la bottiglia) e per ciò che evoca (le disco, la festa, la trasgressione) che per ciò che è (una tutto sommato buona birra Kolsch).   

Da servire in un bicchiere Kolsch




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venerdì 29 marzo 2013

Ad ogni birra il suo Bicchiere



Ogni birra ha il suo bicchiere,
 può sembrare strano, ma cosi è e per questo, il seguente articolo parlerà dei principali tipi di bicchieri e vedremo a che stile o a che stili di birra sono associati. Non nascondo che per me è stato difficile assimilare tutto ciò in quanto la mia formazione come bevitore di birra è nata in Messico… e giustamente in Messico non si usano i bicchieri, ma si beve direttamente dalla bottiglia… e qui mi fermo per chiarire una cosa sopra questo aspetto: la prossima volta che andate in un supermercato prendete una bottiglia di birra Corona (per citare il caso più famoso e che facilmente si incontra pure da noi) e mettetela a fianco delle altre bottiglie, una volta fatto ciò, vi accorgerete che il collo della bottiglia è più stretto e più alto comparato alle altre marche (oltre che ergonomico) e questo perché un collo più stretto impedisce all’aria di entrare a contatto con il liquido (in questo caso la birra) e quindi l’ossidazione della birra sarà più lenta e manterrà il suo sapore inalterato più a lungo. Quindi la birra Corona È stata progettata per essere bevuta direttamente dalla bottiglia, considerato pure che non fa assolutamente schiuma, per cui se la serviamo in un bicchiere si ossiderà molto velocemente non avendo la schiuma che la protegge dall’aria. Ora ritornando a noi, ammetto pure che questo dei bicchieri è diventato pure un negozio, infatti ogni birrificio manda a imprimere il proprio logo sui bicchieri che poi venderanno, ma mi sembra una cosa giusta, visto aumenta la consapevolezza che ad ogni birra corrisponde un determinato bicchiere… e come nessuno si sognerebbe di bere un vino nero in una flûte non vedo perché non dovrebbe essere lo stesso con la birra.



Bicchiere Pilsner: Bicchiere disegnato per apprezzare le note floreali del luppolo delle birre stile Pilsner, permettono inoltre di apprezzarne il colore dorato e le bollicine della carbonatazione.



Tulipan: Calice ideale per le birre che producono molta schiuma come le Belgian Strong Ale, una su tutte la Duvel,  o le birre d’Abazia, infatti la strozzatura del bicchiere ne limita la produzione della schiuma, mentre l’ampia apertura permette un’ottima percezione olfattiva. 



Snifter o Balloon: Bicchiere per birre da meditazione, la amplia bocca del bicchiere permette lo scambio termico già che è per birre con un grado di alcol importante come le Imperial Stout, Eisbock, Barley Wine, che vanno bevute tra i 14°-18°C.



Coppa: La forma rimanda ai calici usati nel Medioevo dei sacerdoti ed è perfetta per degustare la birre Trappiste, inoltre la forma permette un graduale abbassamento della schiuma per sprigionare al meglio i profumi.



Thistle: Il suo nome vuol dire Cardo, un bicchiere Tulipan ridisegnato a immagine della pianta simbolo della Scozia e associata allo stile Scottish Ale per esaltarne il gusto maltoso e dolciastro. 



Weizen: In generale hanno una capacità fissata in 0,5 L e sono gli unici indicati per poter sfruttare al meglio le birre di frumento come le Weizen, Weizenbock, Dunkelweizen o le Roggenbier, le birre di segale tedesche. Stretto alla base si amplia alla sommità per meglio poter contenere la corposa e pannosa schiuma tipica dello stile di birra.



Flute: Perfetta per le birre fruttate come le Lambic Kriek, o con le Gueuze e le Faro in quanto essendo più acidule e con un sapore che ricorda l’aceto, dovuto alla loro fermentazione spontanea, ricordano molto il vino bianco.



 Pinta inglese,Becker,Nonic, Tumbler: Pinta inglese della capienza di 56 CL sono i bicchieri tipici dei pub di Londra, ottime per valorizzare le schiume corpose e persistenti delle Stout, per assaporare i sapori delle Porter, le Old Ale e per neutralizzare la schiuma nelle Bitter e Mild invece. Il Becker è la versione tedesca, il Nonic è la versione americana più capiente mentre il Tumbler…



... viene associato con la Witbier in particolare Hoegaarden.



Shaker:  Come una pinta pero senza lo slargo sulla sommità, è molto comune negli Stati Uniti, dove viene impiegato per servire la Pale Ale, IPA, APA negli ultimi giorni è stato rilasciato un nuovo tipo di bicchiere grazie a una collaborazione tra i birrifici americani Dogfish e Sierra Nevada che ha la velleità di ergersi come nuovo tipo di bicchiere per degustare le APA (American Pale Ale) e IPA (India Pale Ale) questo perché il nuovo bicchiere:



Le pareti sottili e arrotondate servono a mantenere la giusta temperatura più a lungo.
La forma ad arco amplifica gli aromi di luppolo.
Le sagomature tondeggianti alla base favoriscono l’ossigenazione della birra mentre sale e scende nel bicchiere.
L’apertura molto ampia permette un’analisi olfattiva confortevole.
Il logo inciso al laser sul fondo sostiene la carbonatazione e la schiuma.



Stange, Kolsch, Tom Collins: Bicchiere a forma di “tubo” tipico della città tedesca di Colonia, dove si serve la Kolsch, unico stile di birra con denominazione di origine. Una Ale leggera con note dolci a pane, miele, mandorle che rinfresca e disseta.



Mass: Boccale con vetro spesso per conservare la temperatura e lavorato per favorire il perlage, la forma cilindrica non influisce sulla schiuma essendo questa libera di svilupparsi secondo lo stile, bicchiere tipico delle birrerie bavaresi  e perfetto con birre Marzen, Oktoberfest, Helles. Storicamente il Mass era una misura che corrispondeva a 1,069 litri.



Chopp: Boccale liscio che impedisce il perlage, inoltre l’impugnatura del manico impedisce il surriscaldamento del liquido, ideale per Brown Ale, Pale Ale, Dark Lager. 



Stein: Steinkrug se di porcellana, Glaskrug se di vetro, sono i bicchieri tipici bavaresi decorati.  Il coperchio nato come forma igienica per impedire alle mosche di entrare nel bicchiere serve pure per prevenire le fuoriuscite  di birra causate dal ballo o dal canto del bevitore.



Stiefel: Racconta la leggenda che un generale dell’esercito tedesco promise ai suoi soldati di bere dallo stivale se avessero vinto la battaglia, cosa che poi avvenne, e così per onorare la promessa si fece fare un bicchiere a forma di stivale. Oggigiorno è molto popolare nelle confraternite tedesche ed è molto divertente in compagnia in quanto gioca brutti scherzi ai bevitori non esperti per la sua forma particolare.



Bowl: Bicchiere tipico della città di Berlino per bere (tramite la cannuccia) le Berliner Kindl Weiss, birre di frumento aromatizzate con sciroppo di asperula, che conferisce il colore verde alla bevanda, o con sciroppo di lampone che conferisce il colore rosso. Può essere miscelata inoltre con altri tipi di birra per attenuarne l'acidità.


  
Yarda: Bere un bicchiere di birra yard è una tradizione usata nei pub diventata poi quasi un gioco, infatti lo scopo è di bere l'intero glassfull (bicchiere pieno) senza fare pause per respirare, bevendolo il più velocemente possibile. Solitamente quando un bicchiere yard viene alzato è difficile riuscire a smettere di bere, per poterlo fare bisogna ruotare altrimenti si rischia di bagnarsi. 
La versione “ridotta” e più conosciuta dalle nostre parti è il bicchiere della birra Kwak. 



La Kwak prende il nome da Pawel Kwak, come riportato nella sua etichetta, un locandiere dell'800 di Dendermonde. Perché  mettere uno nome di un locandiere ad un birra? La storia è questa: nell'età napoleonica, una legge vietava ai cocchieri di lasciare incustodite le carrozze, soprattutto a quelli che si occupavano dei servizi postali. Il locandiere pensò bene allora di inventare un bicchiere per bere tranquillamente restando sulla carrozza. Lo speciale bicchiere inventato da Kwak  ha  una forma affusolata con una strozzatura che gli permetteva di essere agganciato e sganciato facilmente ad un apposito sostegno situato vicino alla seduta del cocchiere. Oggi la tradizione vuole che in molte brasserie e pub del Belgio, la famosa birra della famiglia Bosteels venga servita in questo particolare bicchiere, che in alto porta la firma del suo inventore, con un apposito sostegno in legno a ricordo della vecchie carrozze.



TeKu: Concludiamo con il bicchiere TeKu il “calice ufficiale per la degustazione della birra”, presentato a nel 2006 è frutto della collaborazione tra Teo Musso del birrificio Le Baladin e Kuaska, uno dei più esperti sommelier e giudice internazionale (da qui il nome TEo+KUaska)

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mercoledì 27 marzo 2013

Scheda birra Pietra


Pietra (“a biera corsa”)



Il nome Pietra deriva dalla cittadina Pietraserena, Corsica, città natale dell’ imprenditore Dominique Sialelli, proprietario del birrificio che invece è situato nella città di Furiani, sempre in Corsica. È una birra che impiega nella produzione la farina di castagne, elemento tipico dell’isola, ma non come aromatizzante, bensì per la quantità di zuccheri fermentabili che apporta.

Nome: Pietra

Birrificio: Brasserie Pietra

Stile: Vienna

ABV: 6 %

Provenienza: Furiani, Corsica, Francia 

Prezzo: 2,39 euro al Famila

Colore: Ambrato con riflessi rossastri, buona ritenzione della schiuma.

Odore: Aroma tipico dei malti caramellati tipo Vienna, note erbacee nel fondo.

Sapore: Un corpo tra il medio e il leggero dovuto alla fermentazione Lager e alla buona carbonatazione, note caramellate e a castagna che lasciano lo spazio a un finale leggermente amaro a luppolo. Per nulla dolce come ci si aspetterebbe ma ben equilibrata.  

Verdetto: Una buona birra che toglie sicuramente la sete grazie alla forte carbonatazione, da bere ben fresca in giornate estive!  Essendo molto facile da bere è un buon punto di partenza per provare qualcosa di diverso, parliamo di uno stile Vienna, uno stile abbastanza in disuso in Europa, nonostante la ovvia provenienza, con ingredienti non convenzionali, la farina di castagne, che sicuramente incontrerà  il gusto di molti senza scendere in birre più pesanti e/o particolari.   

Da servire in un calice a chiudere.



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Scheda birra Orval




Orval



Verso il 1076, la sovrana della regione Belga della Vallonia era la Contessa Matilde di Canossa. Seduta accanto a una  limpida e zampillante sorgente, inavvertitamente lasciò cadere il suo anello nuziale, ricordo del suo defunto marito, Godefroid-le-Bossu. Disperata per aver perso l'anello, la contessa pregò la Vergine Maria con immenso fervore. Poco dopo, una trota emerse sulla superficie dell'acqua con l'anello e lo rese alla contessa. Meravigliata per il prodigio, la sovrana esclamò: “Ecco l'anello d'oro che cercavo! Fortunata vallata che me l'ha reso! Da ora e per sempre, voglio che si chiami Valle d'Oro”, da cui deriverebbe il nome Orval.



L'emblema d'Orval – la trota con l'anello – ha conservato il grazioso ricordo di questa leggenda e l'acqua della sorgente alimenta tuttora l'abbazia e la brasseria.

Nome: Orval

Birrificio: Brasserie d' Orval

Stile: Belgian Ale

ABV: 6,2%

IBU: 40

Luppolo: Hallertau e Styrian Goldings

Lievito: Orval

Provenienza: Florenville - Villers-d.-Orval, Belgio

Prezzo: 2,49 euro al Famila

Colore: Birra color arancio scuro, tendente al rosso con riflessi color rame. Schiuma abbondante, cremosa e persistente che si aggrappa con passione al vetro del bicchiere.

Odore:  Profumi intensi di frutta matura, in particolare susine e prugne, note erbacee del luppolo e un finale a pane.

Sapore: Una buona carbonazione, grande percezione di amaro secco con note di china e liquirizia, seguito da una certa dolcezza agrumata e maltata.

Verdetto: Una birra che é un pezzo di storia d' Europa. Se la trovate fatene scorta e guardatela in un luogo fresco e oscuro, come una cantina, stappatela quando state per mangiare una carne arrosto o un pesce affumicato, magari proprio una trota salmonata!

Da servire in una coppa trappista



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martedì 26 marzo 2013

VIP e Birra, dagli AC/DC ai Sepultura



Oggi leggevo la notizia che il gruppo musicale degli Iron Maiden (…momento di silenzio visto di chi stiamo parlando…) ha rilasciato in collaborazione con il birrificio inglese Robinsons una birra da loro progettata e a loro ispirata, la Iron Maiden Troopers, dal nome di una loro canzone del 1983. Ora essendo appena stata rilasciata sul mercato non se ne sa molto, ci dobbiamo accontentare delle informazioni fornite sul loro sito; Una English Pale Ale, con 4,7% ABV, un buon corpo e con note citriche, prevalentemente quelle del limone, date dai luppoli Bobec, Goldings e Cascade. 



 A parte l’eccezionale grafica e la curiosità che sicuramente attirerà molti consumatori e fan del gruppo, il mio pensiero andava più in là e pensavo che non era la prima volta che qualcuno di famoso si lanciava nella produzione brassicola. Tutti conosciamo attori, cantanti o chef di Hollywood, e non solo, che si lanciano nella produzione di vini… ma per quanto riguarda la birra? Ecco allora un riassunto semiserio dei VIP che si sono lanciati nella produzione della birra:

                                            


La band australiana AC/DC in collaborazione con il birrificio tedesco Karlsberg Brauerei ci presentano la loro AC/DCbeer una German Premium Lager, 5%ABV creata: “in accordo al manifesto del Rock’n Roll del 1973 e la “legge sulla purezza” del 1516”         



Passando dall’altra parte del mondo, la band statunitense dei KISS ha dato il nome a birra a loro ispirata, la KISS Destroyer beer, creata in collaborazione col birrificio svedese Krönleins Bryggeri. È una Premium Lager con 4,7% ABV.



Restando dall’altra parte del mondo pure il gruppo brasiliano thrash- metal dei Sepultura nel 2009 ha rilasciato una birra la Sepultura Weiss per celebrare i loro 25 anni di attività. In collaborazione con il birrificio brasiliano Fabrica do Chopp ci presentano questa Hefeweizen da 4,7% ABV creata dopo una sessione nel birrificio con il mastro birraio fino ad incontrare dopo diverse prove un gusto che andasse bene a tutti i componenti del gruppo.  (detto ciò vado su iTunes e vado a scaricare il loro disco Chaos A.D. bellissimo, e grande Max Cavalera !! )



Tornando in Europa il già citato birrificio svedese Krönleins Bryggeri ha prodotto una Premium Lager anche per un altro gruppo sacro nel panorama metal mondiale, sto parlando dei Motorhead e la loro Motörhead Bastards Lager, 4,7% ABV



Ma non solo gruppi musicali, pure uno dei più rinomati chef a livello mondiale, lo spagnolo Ferran Andria, ha elaborato una birra in collaborazione con il birrificio spagnolo Damm, la Estrella Damm Inedit, una Witbier con 4,8%ABV. Andria è lo chef e proprietario del ristorante ElBulli, uno dei primi ristoranti di prestigio al mondo ad adottare accanto alla carta dei vini una carta delle birre, con i suggerimenti per accompagnare un piatto tanto con un vino cosi come una birra (di questo argomento tra cucina e birra parlerò più avanti). 



Mentre sto scrivendo questo articolo sono entrato per sbaglio in un link e ho letto che giusto qualche giorno fa, è stata lanciata sul mercato una birra ispirata alla serie televisiva (vorrei potervi dire che fù il libro a ispirarla, sarebbe stato più culturale, ma così non è… ) Game of Thrones per festeggiarne la messa in onda della terza stagione. Il birrificio americano Ommegang ci presenta questa Blond Ale da 6,5%ABV che farà la felicità dei fan della serie, e se il responso sarà positivo ne hanno già in previsione altre versioni, sempre in corrispondenza del lancio di nuove stagioni. 



Non è un VIP ne una persona fisica, ma pure il gigante dell’arredamento IKEA si è lanciato nel mercato della produzione della birra in collaborazione con il birrificio svedese (e non potrebbe non essere così…) Krönleins Bryggeri (lo stesso che produce la birra dei KISS) ci presenta una Premium Lager 4,7%ABV e una Dark Lager 4,7%ABV. La si trova in qualsiasi negozio IKEA in Italia, ma devo dire la grafica dell’etichetta e una delle cose più tristi abbia mai visto, e lasciamo perdere chi dice sia in linea con lo spirito minimalista ed essenziale del gruppo IKEA… è e resta oscena!! 

Concludiamo la rassegna con due tra le persone più importanti al mondo B.Obama e il Papa (anche se mannaggia ora Benedetto XVI si è dimesso, ma ve lo racconto lo stesso che ha/aveva a che fare con la birra).



Il Papa Benedetto XVI ha una birra a lui dedicata la Weideneder Papst-beer, una birra sitle Marzen da 5,4% ABV, del birrificio tedesco Weideneder Brau. Come mai? Per il semplice fatto che il birrificio ha sede nella città natale di quello che è stato il Papa Benedetto XVI. 



E il caro presidente Obama? Che ha a che fare con la birra? Niente in particolare se non fosse che l’uomo più importante del mondo si produce la birra per suo conto dentro la Casa Bianca. È dal 2011 infatti che il presidente si autoproduce 3 tipi di birra: White House Honey Blonde Ale, White House Honey Porter and White House Honey Brown. Tra l’altro le ricette sono state rese pubbliche l’hanno scorso e si possono trovare senza problemi in Internet… Massimo rispetto al presidente !!


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lunedì 25 marzo 2013

¡¡ Birra alle castagne... Monte Crocetta !!



Sabato sera sono andato a bere e mangiare al Country Club a Vicenza, che è il locale del birrificio Birracrua, ora a parte l’ottimo ambiente, il buon cibo e la buona atmosfera che si respira, il mio occhio è stato immediatamente catturato della carta della birra. Le abbiamo provate tutte con mia grande soddisfazione e rendo merito al birrificio, l’unico appunto che mi sento di muovere è verso la birra Peccato OriginALE, in quanto per essere una Belgian Strong Ale dovrebbe avere un grado alcolico più alto che i 6.5% ABV che presenta, inoltre il fatto di non essere filtrata impedisce la visione della forte carbonatazione presente, come avviene per un’icona del genere, ovvero la Duvel.



 Ma sono dettagli da pignolo, la birra si è lasciata bere che era un piacere! Ma è un’altra la birra che mi ha sorpreso e di cui vorrei parlare; la Monte Crocetta, una birra alla castagna.
 Ora leggo che molti autori si chiedono se la birra alle castagne possa considerarsi come uno stile nella classificazione delle birre, e in caso di responso affermativo, se si possa considerare come uno stile tipico Italiano. Ora, personalmente,  non ritengo che un singolo ingrediente possa dar vita a uno stile, come non è avvenuto con le Pumpkin beer (birra alla zucca), le birre con l’agave messicane (chiamate generalmente Tequila Ale), le Apricot beer americane (birre all’albicocca) e così via...





… mentre si, riconosco si possa parlare di un genere tipico Italiano, sebbene  l’origine possa essere divisa tra la Corsica e l’Italia, è in Italia dove si è sviluppato di più e la testimonianza sta’ nel fatto che quasi ogni birrificio tra le sue produzioni ne ha almeno una alla castagna. Le castagne, nella produzione della birra, vengono utilizzate per la buona quantità di amidi che apportano; il problema è che la farina di castagne tende a formare “colloidi” o per meglio rendere l’idea tende a creare una polenta che rende difficile la filtrazione delle trebbie, il che allunga i tempi di lavorazione e richiede un lavoro accurato, da ciò l’idea di alcuni birrifici, come il Birracrua di usare il miele di castagna che semplifica la produzione e ne risalta di più il sapore dolce.  In questo senso ogni birrificio Italiano usa un suo metodo personale nella produzione della birra alle castagne, usando castagne affumicate e ginepro (birrificio Beltraine), con castagne rosse del Cicolaro essicate su fumo di legna (birrificio Birra del Borgo), con castagne aggiunte in fase di ammostamento (birrificio Birra Amiata) e via dicendo….



Nome: Monte Crocetta
Birrificio: Birracrua
Stile: Bock
ABV:  6.5%
Provenienza: Vicenza, Italia
Prezzo: 5 euro per  0,5 L al Country Club di Vicenza
Colore: Rame, marrone chiaro con riflessi oro vecchio, schiuma cremosa e persistente.
Odore: Note dolci a miele e castagna, un leggero sentore di note caramellate.
Sapore: Miele di castagna, definitivamente un ottimo sapore che rispecchia in pieno le aspettative, l’elevato grado alcolico, molto importante in una birra stile bock, non si fa sentire e la birra si lascia bere che è un piacere, inoltre cosa molto importante il sapore dolce del miele è ottimamente bilanciato dal luppolo che ne affievolisce il dolciore rendendo il sapore ben equilibrato.

Da servire in un bicchiere Teku



Riassumendo, una birra che vale la pena di essere provata e bevuta, non solo perché molto buona ma perché rispecchia una parte della cultura brassicola Italiana. Questa sera proverò un’altra birra con castagne di provenienza Corsa… vedremo se sarà all’altezza di questa.


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domenica 24 marzo 2013

“De gustibus non disputandum est”



“De gustibus non disputandum est”

Detto ciò andiamo a vedere alcune tra le birre più particolari che siano state prodotte.
Da buon Italiano non posso non cominciare con la PizzaBeer !!



Mamma Mia! Pizza Beer; direttamente dall’ Illinois (USA) una birra prodotta con aggiunta di Basilico, Origano, Pomodori e Aglio e in vendita al modico prezzo di $2 dollari … molto meno che una vera pizza ! 



Abashiri Bilk; dalla città di Abashiri in Giappone ecco a voi la Bilk ovvero l’unione tra la birra (beer) e il latte (milk)… si racconta che per le produzione si aggiunge il lievito e il luppolo al latte e lo si fa riscaldare sotto il punto di ebollizione.



La birra di Homer Simpson… si ok, tutti conosciamo la famosa Duff  (un giorno ve ne racconterò la storia e le peripezie visto il nome è di proprietà di un impresario messicano), ma cosa avrebbe pensato il nostro Homer se gli avessero offerto una birra al sapore di ciambella?? Ecco direttamente dalla Virginia (USA) la Shenandoah Chocolate Donut Stout, una Stout con sapore a vaniglia, caramello e cioccolato… così dolce che si raccomanda di berla come dolce.



Direttamente dal Messico la Chili Beer… Un elemento così tipico della cucina messicana, il chile serrano, viene messo dentro la birra così da apportare un sapore speziato e un tocco piccante alla birra. Ora, avendola provata posso dire che l’idea è sicuramente interessante da un punto di vista commerciale, anche se nella realizzazione lascia alquanto a desiderare, visto che ogni chile è diverso (possono essere più o meno piccanti, avere sali minerali differenti a seconda del terreno in cui vengono coltivati, cosi come gli olii essenziali e cosi via…) e apporta sapori e aromi diversi, per cui ogni birra è in un certo senso diversa.

Non sei abbastanza uomo ? ecco allora 2 birre che fanno per te:



Dagli Stati Uniti la Mount Beer con fenormoni, che come ci insegna Wikipedia: i feromoni vengono scambiati per contatto o per stimolo olfattivo e provocano interesse sessuale in un altro individuo.



E se ciò non fosse sufficiente ecco che il birrificio scozzese BrewDog ci viene in aiuto con la Royal Virility Performance, edizione limitata di 1000 bottiglie creata per l’evento delle nozze reali del principe William con Kate, che contiene tra gli altri ingredienti: Viagra, cioccolato e Horny Goat Weed (un'erba che favorisce l'attività sessuale, pare). Se volete provarla, si raccomanda di berne almeno 3, cosi da ingerire la quantità di Viagra corrispondente a una pastiglia… 



Chi è il miglior amico dell’ uomo?? E allora, perché non trattarlo come si trattano gli amici umani, offrendogli una birra?? Ecco a voi dall’ Olanda la Kwispelbier (kwispel in olandese significa scodinzolare), una birra analcolica e al sapore di manzo che sicuramente farà impazzire il vostro amico a 4 zampe! Pare infatti vada a ruba nei negozi e che sia molto apprezzata sia dai nostri amici… che dai padroni, essendo infatti pensata pure il consumo umano.

Che dire… così come abbiamo iniziato questo articolo:

“De gustibus non disputandum est”

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