venerdì 6 giugno 2014

Vintage Beer; Tekkno Super Strong anni 90

A volte giuro che non so nemmeno io perché compro certe cose… 



… ok iniziamo… trovata in un mercatino dove assicurano (¿?) sia degli anni 90 …  altra birra vintage senza data di scadenza, ne ingredienti ne distributore ne nulla di nulla, solo la scritta “Doppio Malto – Tekkno Strong”  e la faccia nemmeno tanto bella del fratellino travesti di Hulk visto il viso verde, l’abbondante rossetto e gli occhialini da nuoto. Si lo ammetto che l’ho comprata solo perché è trash ¡! 



Prodotta dal birrificio Austriaco Brauerei Hirt, attualmente si chiama Tekkno Super Strong una birra in stile Heller Bock da 7% ABV. Bella bottiglia in vetro smaltato nero.
Aperta… 



Poca carbonatazione e schiuma che si dissolve velocemente, un forte odore a frutti rossi e a caramello, miele. Un finissimo perlage di carbonatazione accompagna i primi sorsi ed è davvero piacevole in quanto il grado alcolico lo si percepisce immediatamente e ben bilancia il gusto dolce delle birra. A differenza di quanto mi aspettassi, è assente qualsiasi odore e/o sapore di ossidazione, a ferro/metallo per capirci.



Ricorda una Scottish Ale nella versione 80/- sia nel colore rosso ambrato con riflessi rubino, sia nel grado alcolico, sia nella complessità del gusto dei malti caramelizzati, dolci ma non troppo, caldi, avvolgenti che si lasciano bere tutto d’ un fiato salvo poi riportarci alla realtà in cui accusiamo la “botta” del grado alcolico. Una volta servita meglio lasciarla riposare nel bicchiere per qualche minuto per far depositare i lieviti e sedimenti presenti.



Davvero una gran bella scoperta che merita tantissimo di essere provata se vi capita l’ occasione!
…In Beer We Trust…        

giovedì 5 giugno 2014

Vintage Beer; Poretti Splugen 1877-1977

Birra Poretti Splugen in commercio nell'anno della celebrazione del centenario dell'impresa ovvero il 1977…



Di più non so dire riguardo questa birra visto a parte un breve accenno con foto sul sito web sull’ economia varesina non se ne hanno notizie…  Nemmeno la bottiglia riporta informazioni utili per cercare di capirci qualcosa… a parte un generico “Birra doppio malto – Contenuto centilitri 33.” non viene riportato grado alcolico, ne data di scadenza, ne ingredienti… nulla di nulla insomma…  

Personalmente (se qualcuno ne sa di più mi avvisi ) ritengo sia solo una bottiglia in versione celebrativa del centenario 1877-1977 che contiene la Poretti Bock 1877 Rossa, meglio conosciuta oggi, grazie alla potente campagna pubblicitaria, come Poretti 6 Luppoli. Dico potente campagna pubblicitaria perché lo si nota subito lavorando, infatti dove troviamo un numero su una bottiglia di birra subito diventan luppoli… mi spiego; Pyraser 6-Korn (e notare che cè scritto KORN) diventa la Pyraser 6 Luppoli (sic!) la Tripel Karmeliet diventa a sua volta ai 3 luppoli e così via… e mi fermo qua perché inizio ad agitarmi pure io nel ricordare tutte le c@#$@T& che ho sentito/sento.



Apriamola, schiuma poco persistente che svanisce quasi subito segno di una bassa carbonatazione, sprigiona un piacevole odore dolce di malto, miele, caramello, toffee… in bocca un buon gusto dei malti dolci che però svaniscono subito lasciandoci in una situazione strana, di non compiutezza, ha una nota acida sul finale che mi ricorda il Marsala Vergine. Mi ha colpito l’assenza di lieviti/impurità in sospensione.  



Lo stile Bock, essendo della famiglia delle birre Lager, ovvero a bassa fermentazione, non si presta all’ invecchiamento nonostante il buon grado alcolico e la luppolatura che proteggono il prodotto nel tempo. Nonostante tutto ciò, si riesce a bere, anche se non consiglio a nessuno di aspettare 37 anni per provare una Bock invecchiata… meglio usare il tempo e le energia per altro.. certo se la trovate (come nel mio caso) è un esperimento interessante da provare.

…In Beer We Trust…      

mercoledì 28 maggio 2014

Vintage Beer; Leffe Vieille Cuvée 1990

Grande aspettative per questa Leffe Vieille Cuvée del 1990…



... bottiglia bellissima, esteticamente, con lo smalto bianco in stile falsa ceramica, ma che mi protegge incredibilmente la bottiglia dai raggi del sole… un invecchiamento in cantina per 24 anni… una birra d’abazia  in stile Belgian Strong Ale a 8,1% ABV (quelle attuali sono a 8,2% ABV). Confesso che sono emozionato dal provarla!!



Non so perché venga chiamata Cuvée nel nome, visto non ci è dato sapere quale blend di birre viene usato e nemmeno il sito ufficiale della Leffe la annovera tra i suoi prodotti … ma passiamo oltre… gli utenti del sito Ratebeer.com le danno un punteggio di 93/100, che sebbene mi sembri abbastanza alto per la qualità, sicuramente li guadagna nel rapporto qualità/prezzo (la si trova a meno di 2 euro).



Aperta… colore rosso bordeaux carico, schiuma presente e sebbene all’inizio formi una bella corona si abbassa quasi subito anche se sorprendentemente vista l’età mantiene un minimo di corona fino alla fine! Odori a toffee, caramello, prugne e uvetta. In bocca un gradevole calore etilico, dolce, uno sciroppo di frutti rossi che si lascia bere piacevolmente ¡!  
Sedimenti sul fondo del bicchiere

Davvero una grande birra che merita tantissimo nell’ invecchiamento, si lascia bere, azzardo, molto più piacevolmente della sua sorella odierna, in quanto il tempo abbassa la carbonatazione e ne risalta i sapori e gli odori! Stupenda con carne alla brace… Bevuta in meno di 2 minuti…  davvero contento ¡! Credo ne comprerò varie e le buttero in cantina lasciandole riposare! 

…In Beer  We Trust…   

martedì 27 maggio 2014

Vintage Beer; La Rossa Moretti 1998

A parte la tristezza di servirla in molti bar come  <<Dame na birra rossa doppio malto>>, credo che La Rossa della Moretti sia davvero un’ ottima birra che ben rispecchia e rende onore allo stile Doppelbock. Uno stile a bassa fermentazione, caratterizzato da un elevato grado alcolico, una dolcezza a malto con note speziate, e un finale amaro del luppolo che contrasta la dolcezza dei malti e bilancia il grado alcolico… un tripudio di gusto e sapori che giustamente di recente è stato premiato in vari concorsi internazionali (p.s. non ho preso una sola lira per l’elogio della birra). Ma torniamo a noi… tutti la possiamo comperare nei supermercati/mercati/bar … ma la sua versione “invecchiata” come sarà?¿ 



La Rossa Moretti data di scadenza 1998, per cui minimo ha 16 anni … Apriamola…



Non mi aspetto nulla di che, siamo chiari da subito, la funzione del luppolo per bilanciare il dolce non sarà presente, carbonatazione assente o quasi… ma mi interessa vedere come reagisce una birra che potenzialmente potrebbe invecchiare (ottimi malti, buon grado alcolico, buon corpo) se non gli mancasse quell’ ultimo passaggio che rende cosi sublimi le birre “Vintage Ale” che finora ho provato… ovvero la rifermentazione in bottiglia. Essendo una birra di produzione di massa e distribuita in tutto il mondo (è di proprietà del gruppo Heineken) ed essendo una birra della famiglia delle Lager è presumibilmente filtrata e pastorizzata cosi che i lieviti residui non possano continuare nel loro lento lavoro durante l’invecchiamento della bottiglia, sebbene abbia una forte presenza di depositi sul fondo. 



Colore tonaca di monaco (così mi han detto che si dice) con riflessi a rame, corona di schiuma densa e pannosa che svanisce però quasi subito. Aroma a tostato, caramello, miele, frutti rossi, spezie. Al gusto spicca subito sia l’assenza di carbonatazione, che la perdita del grado alcolico, gusto zuccherino con sentori a prugna a malto torrefatto ma non pieno… si sente che manca il grado alcolico a supportare il gusto, inoltre l’assenza del bilanciamento del luppolo lascia una sensazione acquosa sul fondo del palato. 

L’ ho bevuta tutta per carità e non mi è dispiaciuta (ne sono morto)… ma nemmeno piaciuta… per cui meglio berla subito, soprattutto nei periodi primaverili/autunnali … ma spero di trovarne una “scaduta” da 2-3 anni dove secondo il mio modesto parere potrebbe dare il meglio di se (parlando di invecchiamento) ¡!

…In Beer We Trust… 

domenica 25 maggio 2014

Vintage Beer; Bud 1999

Ok, lo ammetto l’ho comprata e aperta solo per poter rivivere i momenti del Campionato Mondiale di Calcio di Francia 98 … 



… che per noi Italiani non sono andati molto bene, ricordo venimmo eliminati ai quarti dalla Francia ai rigori  (mannaggia Di Biagio) che poi a sua volta fu campione del mondo (doppio mannaggia) battendo il Brasile 3-0!! 

Che formazioni clamorose !!! (NDR)


…Ma torniamo a noi con questa Bud o Budweiser a seconda se ci troviamo in Europa o fuori da essa…  



Colore ambrato a differenza di una nuova che ha un colore giallo tenue con riflessi verdastri, una sorprendente effervescenza, sebbene poi la corona di schiuma scompaia quasi subito. Odore a miele, malto… assenti i sentori vegetali e freschi del riso. Presenza di lieviti in sospensione.



Nonostante il fine perlage presente, al palato non presenta una forte effervescenza, anzi un gusto piatto e non rinfrescante tipico della Bud che tutti conosciamo. Assente, il gusto evidente nelle “nuove”  Bud, del riso e le note a mela verde. Una birra totalmente differente da come la conosciamo e ovviamente come da pronostico imbevibile…



Mantiene tutte le aspettative che mi ero fatto, ovvero che fosse una birra “morta”, ma giustamente per confermarle bisognava provarla ¡!... che poi a dover di cronaca non ho bevuto ma mi sono solo sciacquato la bocca e l’ho sputata non essendo ovviamente fatta per una maturazione in bottiglia… come un buon prosecco, da consumare bello fresco il prima possibile e in questo caso la dicitura: “da consumarsi preferibilmente entro il 04/99” mi sembra anche troppo generosa e sarebbe meglio una scritta del tipo “da consumarsi obbligatoriamente dentro 6 mesi dalla data di imbottigliamento del ##/##”. 

…In Beer We Trust…  

sabato 24 maggio 2014

Vintage Beer; Adelscott 1998

Dopo la Corsendonk Pater del 1989 è ora giunto il turno di provare una nuova “birra vintage” e visto che l’altro giorno ne ho comperate un bel po’, visto dovevano liberarsene, eccomi qua a raccontarvi l’ esperienza di bere una Adelscott del 1998, o per voler fare gli splendidi visto va di moda del millesimo 1998 . 



Tutti abbiamo sentito parlare o abbiamo provato la Adelscott, che essendo di proprietà del gruppo Heineken la si trova in tutti i supermercati , birra Francese che impiega malti affumicati con la torba sul modello dei whisky scozzesi o restando nel mondo brassicolo sul modello delle rauchbier tedesche (che a differenza usano legno per affumicare i malti e non la torba).



Non sono molto entusiasta di provare questa birra in quanto è una lager per cui tendenzialmente tende a perdere le qualità organolettiche abbastanza in fretta, senza contare che viene confezionata in bottiglie di vetro chiaro, che permettono allegramente al sole di deteriorarla, inoltre già la versione normale non mi fà impazzire, figuriamoci una vecchia di 16 anni… Ma dall’ altra parte il fatto che sia una doppio malto (quanto odio questa parola ma mi serve per farci capire) a 6,6% ABV mi dà un po’ di fiducia su una minima conservazione, e poi soprattutto la curiosità…



…Aperta, così non ci penso su troppo ¡! Mantiene un minimo di carbonatazione e le bolle sono belle grosse (2-3 mm). Colore ambrato più carico rispetto alla “versione attuale” e un piccolo deposito  (che non mi sarei aspettato) di lieviti sul fondo. Odore a caramello, a malto, miele ed evidenti note affumicate. Sapore… assaggiata giusto per bagnarmi le labbra e poi sputata visto non mi fido ancora delle sue capacità di “invecchiamento”;  bassa, quasi assente carbonatazione, forte sapore del malto torbato che sovrasta ogni altro sapore, grado alcolico impercettibile e corpo leggero… sembra di bere un’acqua dolce con note affumicate. Bevibile giusto per la curiosità, e visto l’articolo l’ ho finito il giorno dopo causa lavoro, assicuro che non ho avuto effetti collaterali.. diciamo più semplicemente che non vale la pena conservarla in una cantina aspettando una maturazione…  ma siccome ho varie annate vediamo se versioni più recenti evolvono meglio prima di perdersi…



…In Beer We Trust… 

giovedì 22 maggio 2014

Vintage Beer; Corsendonk Pater 1989

Siccome sono curioso e non conoscevo la risposta al mio quesito, e siccome non sopporto chi parla senza sapere… l’altro giorno ho aperto come si vede nella foto una bottiglia di birra Corsendonk Pater con data di scadenza 1989.



Ovviamente, sono consapevole che un alimento scaduto è nocivo alla salute delle persone, (e non invito nessuno a farlo) ma siccome il fisico è MIO e le considerazioni iniziali sembravano promettere bene ecco come è andata;



Il mio dubbio nasceva dopo una discussione semiseria con un amico appassionato di vini che asseriva che una birra non può invecchiare (ovvero terra terra, è inferiore ai vini) e che se anche le avessi trovate/provate avrebbero fatto schifo in quanto a nessuno verrebbe mai in mente di conservarle come i vini pregiati, ovvero in orizzontale, in cantine a temperatura controllata e protette dalla luce… ok, sfida raccolta ¡! 



Così come vale per il vino, ci sono SOLO ALCUNI stili di birra che berrei dopo la data di scadenza, in particolare la mia attenzione si è concentrata sulle birre belghe rifermentate in bottiglia, e su delle Lambic o birre a fermentazione spontanea, in questo caso, una Abbey Dubbel della Brasserie Du Bocq. Faccio notare come la birra che ho provato (come altre che ho provato) è stata comprata in un negozio dell’ usato e venduta solo come oggetto da collezione e non per il suo contenuto… Per cui dubito che siano mai state tenute in cantina/orizzontalmente/protette dalla luce, ma questo non è un problema per me! 

Quello che subito salta agli occhi è l’ assenza di carbonatazione e un profumo dolce che si propaga nell’aria...



...(la foto non è delle migliori ma mostra il confronto tra la Corsendonk 1989 sx e una Corsendonk appena comprata dx), colore marrone scuro e denso, quasi liquoroso… un sapore in bocca pieno, avvolgente, caldo… dolce… molto dolce… Ricorda un vino liquoroso ma non in stile Porto ma più vicino alle note di un Marsala dolce. Una ottima birra da dessert se fossi in un ristorante, o da meditazione (come si dice) se fossi a casa. 



Davvero una bella scoperta … che merita di essere approfondita con altre degustazioni e comparazioni!! 

…In (Vintage) Beer We Trust… 

venerdì 4 aprile 2014

India Pale Ale e le sue varianti

Ho sempre ammesso che mi piace la birra per il suo gusto di innovare, fondere stili, rompere le regole del gusto, andare oltre la tradizione e devo dire che ultimamente vari birrifici e Mastri Birrai ci hanno dato dentro con la fantasia e con lo studio per offrirci sempre qualcosa di nuovo (o almeno ci provano…). Il caso più evidente negli ultimi anni è un cavallo di battaglia degli Stati Uniti, ma non solo come vedremo, che hanno preso uno stile classico Inglese e lo stanno rigirando in “tutte le salse”, parliamo dello stile India Pale Ale/IPA.



Al principio venne “modificato” in American IPA e subito si distinse per  i toni citrici dati dai luppoli americani come il Cascade o l’ Amarillo, il Citra o il Chinook per citarne alcuno...



...successivamente dopo aver esplorato le varie combinazioni di luppoli si passò ad aumentare il grado alcolico delle stesse così da creare lo stile Imperial/Double Pale Ale...



... dove il grado alcolico mediamente sta tra gli 8,5% e il 10% in raffronto con una APA 5,5%-7,5% o una IPA 5%-7,5%. Arrivati a questo punto si è arrivati a “fondere” vari stili, che sebbene non definiti ancora “ufficialmente” hanno delle loro linee guida; ecco così che vediamo la nascita delle Black IPA/ Cascade Dark Ale/ American Black Ale che utilizzano malti tostati così da affiancare all’ amaro dei luppoli le note amare del caffè. Per contrapposizione nascono le White IPA...



... ovvero IPA che affiancano ai luppoli americani lo stile belga Wit che prevede l’ uso di frumento per stabilizzare ancora di più la schiuma e la presenza di coriandolo e buccia d’arancia che ben si legano coi sentori citrici dei luppoli e la rendono davvero fresca e beverina. Belgian IPA che gioca con l'amaro dei luppoli e i toni dolci e fruttati apportati del lievito belga... 



Le Rye IPA con l’utilizzo della segale per un tocco amarotico in più. Le Session IPA caratterizzate da un basso tenore alcolico generalmente sui 3%-5% che cosi permette di apprezzare di più i luppoli che possono variare dagli americani passando per un Nelson Sauvin dalla Nuova Zelanda o un Sorachi Ace dal Giappone…

Sicuramente esistono o usciranno altri sotto-categorie dello stile IPA, qua mi limito a citarne alcuni...



... quello che mi preme far notare è come molti amici abbiano storto il naso nel leggere i nomi White/Black India Pale Ale in quanto proprio quel Pale, tradotto Pallido, mal si abbina/contrasta con il Bianco o il Nero perché come dicono: “o è pallida o è di un altro colore!!ma tutti e due assieme no!!” … Hanno perfettamente ragione a mio avviso, anche se, sebbene sia sbagliata come dicitura, meglio aiuta il consumatore nella scelta del prodotto o comunque nel capire di che birra ci si trova davanti.



…In Beer We Trust…   

martedì 4 marzo 2014

Spendereste $1200 dollari per una birra?¿

Il concetto è molto semplice; se vini e whisky invecchiati in botti per anni possono raggiungere cifre elevate in aste o in enoteche/bar/ristoranti o ancora su siti come ebay, perché ciò non può valere anche per la birra?¿ Parliamoci chiaro, non parliamo sicuramente di una Heineken o di una Corona comperata al super, ma bensì di un settore di produzione e perché no, di mercato, che sta vivendo un periodo di forte espansione e di grande interesse ultimamente, ovvero quello delle birre invecchiate/rifermentate/maturate in botti usate precedentemente per invecchiare i prodotti più vari, si va dallo sherry passando per il porto, il whisky, il vino, il rum, la grappa il brandy o ancora in botti di legno usate solo per la birra ma usando lieviti spontanei, selvaggi.

Lo stesso pensiero devono averlo fatto alla casa d’ aste Skinners con sede a Boston che è finora l’ unica casa d’aste ad aver messo sul suo listino e venduto (lo scorso 25 febbraio) anche delle birre, grazie soprattutto al banditore d’ asta Michael Moser, grande sommelier e certificato Cicerone (il più importante e riconosciuto certificato di beer-sommelier) che nell’ ultimo periodo si è dato molto da fare in questo senso, ed ecco che nelle aste accanto a vini, whisky, rum, vodka, possiamo trovare (secondo le stime effettuate dallo stesso Moser per Skinners):

Midnight Sun M barley wine con un prezzo tra i $1200-$1800 dollari



Samuel Adams Millennium American strong ale con un prezzo tra i $1000-$1500 dollari



Port Brewing Company Isabelle Proximus wild ale con un prezzo tra i $250-$400 dollari



12-bottiglie diverse di Black Tuesday del birrificio The Bruery con un prezzo tra i $600-$900 dollari



12-bottiglie diverse di Goose Island Bourbon County con un prezzo tra i $750-$1000 dollari



4-bottiglie di Drie Fonteinen Armand'4 Oude Geuze con un prezzo tra i $450-$600 dollari



Cantillon Loerik Gueuze con un prezzo tra i $2000-$3000 dollari



Come fa’ notare Moser: “non necessariamente sono le birre più buone e apprezzate al mondo o le più premiate, la loro caratteristica è quella di poter invecchiare in bottiglia per altri 5,10,15,20 o anche più anni”. 
Fortuna che da amante delle IPA/APA non dovrò mai sborsare cifre del genere, visto che dosi massicce di luppolo e invecchiamento non vanno d’accordo  ¡Yeah!

…In Beer We Trust…  

mercoledì 26 febbraio 2014

Birrifici e Chefs

Ricevo un invito a mangiare a casa dei miei genitori, e da bravo figlio mi presento portando una bottiglia da bere tutti assieme. Fino a qua nulla di strano, se non che il babbo mi chiede: “bella la bottiglia, ¿che vino hai portato…?” e io a quel punto: “non è vino… è birra…” avevo infatti deciso di portare un bottiglia di Estrella Inedit da 750 ml, birra creata in collaborazione tra il birrificio spagnolo Damm e lo chef Ferran Adrià (quello del famoso, ex oramai, ristorante elBulli, e della cucina molecolare).



Questo mi è servito da slancio per spiegare grossolanamente ai miei genitori che se il migliore chef al mondo (ma vedremo come sia più opportuno parlare al plurale) collabora con il birrificio per creare nuove ricette per abbinare cibo e birra il tutto ha un senso, e non è solo un’idea stravagante del loro figlio; cosi ricapitolo vari esempi per confermare la mia versione tra cui…

Birrificio Rogue Ales con lo chef Masaharu Morimoto 



Collaborano assieme dal lontano 2003 creando una serie di tre tipi di birra, due Specialty Grain, che utilizzano tra gli ingredienti la soba, ovvero il grano saraceno, e una Strong Pale Lager/Imperial Pils.

Birrificio Flying Dog con lo chef Bryan Voltaggio



Creano una Smoked Beer per abbinare tutti i tipi di carne affumicata in particolare per le costicine BBQ tanto care agli americani.

Birrificio Brooklyn con lo chef Thomas Keller



Creando Blue Arpon, una Belgian Ale perfetta per essere accompagnare manzo, agnello, selvaggina arrosto, salumi e buon formaggio.

Mikkeller  con lo chef Danny Bowien



Creano la Mission Chinese Food, una birra in stile Pils che si promette di abbinarsi coi piatti della tradizione cinese vista la presenza di Sichuan pepper/Pepe di Sichuan, spezia molto utilizzata nella cucina asiatica.

Birrificio Half Acre Beer Company con i chef Grant Achatz e Dave Beran



Creano Haptera, una birra American Strong Ale, disponibile solo alla spina e solo nel loro ristorante Next di Chicago perfetta per abbinarsi con il loro menu giapponese vista la presenza di riso tostato tra gli ingredienti. Grant Achatz inoltre collabora con il birrificio Evil Twin nella realizzazione della serie Aviary, una serie di dieci birre invecchiate in botte (si va dal rum al whisky single malt).



Chiudo aggiungendo quanto imparato una sera al pub parlando con un ragazzo: “se qualche pseudo sommelier si permette di ridere per gli abbinamenti birra e cibo, ritenendola una cosa solo per il vino, basta invitarlo ad abbinare 1) sottaceti 2) carciofi 3) cioccolato che infatti con la birra si sposano a meraviglia ma non altrettanto con il vino ”

…In Beer We Trust…

mercoledì 12 febbraio 2014

Birra gratis a Sochi... per i Canadesi!

Un po’ di invidia la provo effettivamente;



Sono in corso i giochi invernali a Sochi in Russia, e il birrificio canadese Molson Breweries, ha ben pensato, per l’occasione, di farsi un po’ di pubblicità offrendo la sua birra gratis… ma solo ai cittadini canadesi cha passano per Sochi. Ha installato infatti un enorme frigo con un scritta che invita i cittadini canadesi a inserire il loro passaporto in un’ apposita fessura, che effettuato un scan del passaporto, apre le porte del frigo da cui ci si può servire della birra in esso contenuta!! 



Credo che i canadesi in questi giochi saranno tra gli amici da farsi assolutamente.. così da convincerli, per celebrare la nuova amicizia nata, ad aprire con il loro passaporto il frigo e poter cosi bere “a gratis”.

…In (Free) Beer We Trust…