giovedì 25 luglio 2013

Il mercato nero delle birre

Due giorni sul sito del birrificio americano The Alchemist è iniziata una nuova campagna, quella dell’ Authorized Retailer Program, ovvero il Programma del Rivenditore Autorizzato nella distribuzione della loro birra. Il microbirrifico infatti produce una birra, la Heady Topper, una Imperial IPA, da ABV 8%, e IBU 120, che è universalmente riconosciuta come una delle birre più buone al mondo con un punteggio di 100/100 sia su ratebeer  sia su beeradvocate .




Ora, nonostante gli sforzi nella produzione, essa rimane comunque limitata per soddisfare la crescente richiesta dei consumatori, tanto da dare inizio ad un c.d. mercato nero parallelo, dove chi riesce a trovarne ne compra più che può, per poi rivenderle su e-bay o siti affini a prezzi più che raddoppiati… questo avviene non solo per la birra, ovviamente, ma è interessante come il birrificio abbia posto l’attenzione su un problema che sta iniziando a diffondersi sempre di più, e che sebbene (per assurdo) contribuisca alla diffusione delle birre artigianali, che altrimenti non avremmo occasione di trovare (seppur pagandole molto), dall’altra parte rischiamo di comprare un prodotto non fresco, mal conservato e chissà poi se autentico o meno… ve lo posso assicurare che ho visto contraffazioni di marche di birre… ma ero in un mercato dove era meglio non far foto, per cui fidatevi sulla parola!! 



Un po’ come quello che accade qua in Europa con la Westvletern XII, la birra che da due anni è considerata come la migliore al mondo; se il suo prezzo è di 40 euro per 12 bottiglie in Abazia (vedi il sito), ecco che il rivenditore italiano (per un bar) arriva a 47 euro di 6 bottiglie, mentre la si può trovare in negozi a Roma al prezzo di 100 euro per stesse 6 bottiglie.



Purtroppo il fenomeno è in crescita, visto l’esplosione delle craft beer o birre artigianali, e onestamente se non si è riusciti ad arginare il fenomeno per altri oggetti, come ad esempio per i biglietti dei concerti o delle partite di calcio, dubito che lo si possa fare per la birra. Ma è pur vero che se nessuno fa’ nulla la cosa è ancora più preoccupante, per cui ben venga questa iniziativa che almeno ha il compito di sensibilizzare la gente su un nuovo problema serio che sta nascendo, sebbene per ora sia solo un adesivo sulla porta del locale autorizzato alla vendita di tale birra!



…In Beer We Trust…   



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