venerdì 25 ottobre 2013

Per una definizione di European Craft Brewery

Il giorno 16/10/2013 esce un post alquanto polemico sul sito web del birrificio scozzese BrewDog. Li per li sono rimasto basito, come molti penso aver riso e goduto nel sentirli ribattezzare una birra come la Blue Moon in “Blue Fucking Moon”, ma poi facendomi serio e iniziando a pensarci a mente fredda qualcosa non mi torna…



Il senso del comunicato di James & Martin, soci e fondatori di BrewDog, è il seguente; l’esigenza di definire a livello di Comunità Europea cosa sia un birrificio artigianale e di conseguenza una birra artigianale . Negli Stati Uniti infatti la Brewers Association ha già da tempo dato una definizione generale di birrificio artigianale che è la seguente; 

Deve essere “piccolo” nel senso di avere una produzione annuale inferiore ai 6.000.000 di barili di birra che sono all’incirca 700.000.000  di litri.

Deve essere “indipendente” perché economicamente svincolato dalle grosse aziende del beverage, che possono comunque partecipare controllando fino ad un massimo del 25% del capitale del birrificio.

Deve essere legato alla “tradizione” nel senso che almeno il 50% della produzione deve essere prodotta con solo malto d’orzo.



Ora i ragazzi di BrewDog propongono una loro classificazione come base di spunto da cui partire per una definizione di Birrificio Artigianale Europeo (European Craft Brewery);

Deve essere “piccolo” ovvero avere una produzione di 500.000 ettolitri all’anno.

Deve essere “autentica” ovvero essere prodotta alla “Gravità Originale” (OG;  La gravità è la densità del mosto non fermentato, che è dovuta principalmente alla quantità di zuccheri disciolti) inoltre non devono essere impiegati i c.d. aggiunti come riso, mais, e altri ingredienti al fine di modificare il sapore e abbassare i costi di produzione.

Deve essere “onesto” nel senso che tutti gli ingredienti devono essere riportati nelle etichette, le birre devono essere tutte prodotte all’interno del birrificio la cui ubicazione deve essere riportata e ben visibile sull’etichetta.

Deve esse “indipendente” perché svincolato dalle grosse aziende del beverage che possono al massimo partecipare fino ad un 20% del capitale.



Ma quando all’inizio parlavo di qualcosa che non mi torna in testa mi riferivo ai seguenti ragionamenti… come mai ora di punto in bianco se ne vengono fuori con questa esigenza come fosse la cosa più importante al mondo?¿ Perché offendere una birra come la Blue Moon (giusto per chiarire Blue Moon era un birrificio indipendente, ma di recente è stato acquistato dal gigante del beverage ABInBev, ora la Blue Moon continua a farsi chiamare birra artigianale sebbene non ne abbia più i requisiti… ma siccome vende tanto e bene si è attirata le ire e le prese in giro di tantissime persone). Perché prendersela con una birra americana?¿ cosa interessa a loro visto si parla di Europa? Ma forse era un’indiretta alla Tennent’s che aveva appena dichiarato di iniziare una produzione di birra artigianale nella cittadina di Glasgow …. (Tennent’s era di proprietà del gruppo ABInBev ora passata alla Wellpark Brewery… quinti tutto meno che qualcosa di artigianale)?¿

Inoltre perché non possono essere usati materiali come riso o mais?¿ cosa hanno di male?¿ perché invece usare viagra o anabolizzanti nella birra è più nobile ¿¿ o fare birre da 40 gradi fa’ più artigianale che usare riso?...  



Proprio non capisco come mai BrewDog, che si è sempre distinta per la sua anarchia e indipendenza, per il suo stile punk e non conforme, per l’idea di libertà che mi ha sempre ispirato fiducia e mi ha fatto divertire, ora di punto in bianco se la prendono con il sistema, ma non per scuoterlo ma per regolamentarlo! Cosa è successo?¿ sono invidiosi (come ho letto qualche commento) del boom delle birre artigianali che sta attraversando gli Stati Uniti … o hanno finito le idee per sorprendere noi consumatori (un po’ Geek) che spendiamo anche 20-30 euro per una loro bottiglia?¿ … restiamo in attesa di ulteriori sviluppi della situazione…



…In Beer We Trust…



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