venerdì 12 aprile 2013

Birra senza Glutine



Per la serie, nella vita bisogna provare di tutto, non mi sono mai tirato indietro dal provare una birra, qualsiasi essa fosse e qualsiasi prezzo avesse. L’ altro giorno girando per il supermercato mi sono imbattutto in una birra particolare che ha attirato la mia attenzione e mi ha portato ad indagare un pò sull’argomento: parliamo delle birre senza glutine.
Ora come leggo sul sito dell’ Associazione Italiana Celiachia, la celiachia è un’intolleranza permanente al glutine, sostanza proteica presente in avena, frumento, farro, kamut, orzo, segale, spelta e triticale. Per curare la celiachia, attualmente, occorre escludere dal proprio regime alimentare alcuni degli alimenti più comuni, quali pane, pasta, biscotti e pizza, ma anche eliminare le più piccole tracce di glutine dal piatto. Questo implica un forte impegno di educazione alimentare. Infatti l’assunzione di glutine, anche in piccole quantità, può provocare diverse conseguenze più o meno gravi. La dieta senza glutine, condotta con rigore, è l’unica terapia attualmente che garantisce al celiaco un perfetto stato di salute (www.celiachia.it)

 ¿Quindi, come é possibile fare una birra anche per loro visto la base di partenza é l’orzo? 



Ora andando ad indagare sull’argomento scopro che ci sono due forme di pensiero nella produzione di codesta birra, e a ragion veduta lo si intuiva semplicemente leggendo le etichette…   

Alcuni birrifici come Estrella producono la birra partendo sempre dall’orzo e successivamente, attraverso un procedimento che interviene durante la fermentazione, riescono a ridurre le quantità di glutine fino a 3 ppm (parti per milione).Da ricordare che é considerando senza glutine un prodotto che abbia fino a 20 ppm.



Altri birrifici, come Riedenburger, usano materie prime senza glutine come il miglio, il sorgo, il grano saraceno, le castagne, il riso, il mais, la quinoa e così via… e quella da me provata era proprio così, fatta a partire dal malto di miglio, e per aumentarne la fermentazione veniva usato il miele di agave. Evitando così di entrare in contatto con tutti quelli alimenti che potrebbero risultare dannosi a chi soffre di celiachia… 



Ora io non sono un esperto ne soffro di questa malattia per cui non esperimo giudizi in merito su quale sia il miglior metodo o il più sicuro, quello che interessa a me é provare una birra fatta a partire del miglio. Avevo sentito parlare delle birre al miglio, solo in relazione alle birre Africane, in quanto, essendo un cereale molto abbondante, ed economico, lo si usa nella produzione brassicola, e il che non debe stupire visto in Giappone e Cina si fa abbondante uso di riso nella produzione della birra, e negli U.S.A. di mais, giusto per citare i casi piú evidenti. 

Provo la birra e mentre la mia ragazza educatamente me la restituisce io ad ogni sorso la scopro più interessante. Ammetto che avendo vissuto in Messico e amando il Tequila, le note dolci del miele di agave sono una gioia per il mio palato! La birra é corposa, aromatica, manca di carbonatazione e la schiuma si abbassa rapidamente, ma ha un sapore intrigante, il miglio le da un tocco a cereale, biscotto, mandorla e frutti secchi, che mi ricorda i biscotti Gran Cerale. Sarebbe meglio berla fredda in quanto riscaldandosi si fa troppo spessa e difficile da bere. 



Non esprimo un giudizio su questa birra in quanto essendo un mercato limitato se qualcuno con celiachia vuole una birra o beve questa o beve questa (nel senso che le marche sono poche e non sempre presenti). Posso solo dire che é interessante ed é un bene che si producan birre così, in modo che tutti possano, seppur in forma diversa, bersi una bella birretta in compagnia!

…In Beer We Trust…  

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