martedì 2 aprile 2013

Etichette e birre, quando anche l'occhio vuole la sua parte!



Oggi, non sapendo che birra comperare, mi sono lasciato guidare dall'etichetta e riflettevo che tralasciando il prezzo che spesso influisce molto sulla scelta, anche l'occhio vuole la sua parte e che l'etichetta ha una parte importante nella scelta di una birra piuttosto che in un'altra. Ora con mia somma tristezza, ho constatato come le birre Italiane in particolare, e in parte quelle Europee, a parte un disegno tristissimo dell'etichetta, siano prive pure di informazioni importanti che possano attirare il cliente verso il loro prodotto. Come avviene per il vino, infatti, da qualche anno a questa parte compare sempre più sovente sulle etichette una sommaria descrizione di aromi e sapori, temperatura di servizio, raccomandazione di piatti con cui abbinarlo e così via... ora mi chiedo io... ¿Perché non si fa così pure con la birra? Se ogni birra infatti ha una temperatura diversa a cui va bevuta, ha un sapore più o meno amaro o fruttale, si accompagna meglio con un piatto piuttosto che con un’ altro, ognuna va’ servita in suo vaso particolare... perché non informare il consumatore? Così magari sceglierà una Pils se avrà un pranzo leggero con insalata e pollo, una Brow Ale per un arrosto, una IPA o Bitter per i cibi speziati e cosi via... Per capire meglio di cosa sto parlando vi mostro questa etichetta del birrificio messicano Calavera:



Tralasciando la mia personale polemica con le etichette delle birre vi propongo qua di seguito alcune etichette che mi sono davvero piaciute, vuoi perché simpatiche, vuoi perché ben disegnate, vuoi perché provocanti... Ma tutte con lo stesso obiettivo: Attirare l'attenzione !!




 Coney Island albino python, del birrificio Schmaltz (USA) un'etichetta che richiama alla seduzione e alla tentazione, il buon corpo della birra (rappresentato dalla donna) con l'aroma speziato e piccante tipico delle Witbier (rappresentato del pitone albino Wit, significa bianco).



Double trouble, del birrificio Founders (USA) servendo la birra stile Duoble IPA ecco che compare il Trouble (il problema).. un gusto amaro che sfiora gli 86 IBU... e il sorriso beffardo del volto che compare girando l'etichetta.



Arrogant bastard ale, del birrificio Stone (USA) trascrivo il loro pensiero che appare ben leggibile sulle casse di birra: “[...] Questa è una Ale aggressiva. Probabilmente non piacerà. È abbastanza certo non abbiate il gusto o la sofisticazione per essere in grado di apprezzare una birra di questa qualità e profondità di gusto. Vi consigliamo di astenervi dal provarla e di rimanere in qualcosa di più familiare a voi, magari seguendo una di quelle campagne pubblicitarie multi-milionarie che cercano di convincervi che la nostra birra è fatta in un micro birrificio e che la loro insipida bevanda giallo frizzante vi darà più sex appeal . Forse pensate che le campagne pubblicitarie multi-milionarie rendano il sapore della birra migliore [...]". 



Four play, del birrificio Upright (USA) l’ etichetta è dell’ artista urbano Ezra Johnson-Greenough AKA "Artista Samurai" e ritrae in posa sensuale la chef Kir Jensen (una chef molto popolare negli USA, una sorta di Gordon Ramsay in gonnella) della pasticceria The Sugar Cube



Hoptimus prime, del birrificio Ruckus (USA) divertente gioco di parole con Hop (luppolo) -timus, quasi a ribadire la forza del luppolo che si potrà trovare nella birra. 



Brew free! Or die, del birrificio 21 Amendment (USA) il 21° emendamento del 1933 fu quello che mise fine al proibizionismo negli Stati Uniti. Come si vede nella simpatica etichetta Lincoln esce dal Monte Rushmore quasi a difendere il diritto dei birrifici a poter operare senza problemi.  


Perle ai porci, del birrificio Birra del borgo (Italia) questa Oyster Stout si chiama Perle ai Porci ed è una Stout realizzata con l’impiego di ostriche. Avete capito bene, proprio ostriche, utilizzate in grande quantità per regalare alla birra aromi e profumi davvero unici. Per quanto possa sembrare stravagante, l’uso di ostriche nell’arte brassicola è una soluzione ben conosciuta, che in passato ha dato vita a un sottostile preciso: quello delle Oyster Stout. La nostra Perle ai Porci si ispira proprio alla ricetta classica: abbiamo aggiunto la bellezza di 15 kg di ostriche su un totale di 500 litri di mosto. Ostriche buonissime, tra l’altro: Fin de Claire N2, arrivate a Borgorose direttamente dalle coste della Bretagna.



Konkord kombat, del birrificio Manchester brewing (USA) sebbene non più in produzione merita per l’etichetta scritta in finto cirillico e per l’immagine del carrarmato sovietico che distrugge il simbolo del capitalismo (il Capitolio), da notare il dettaglio della bandiera americana ove al posto delle stelle misero il simbolo sovietico per eccellenza, la falce e il martello. 



Questo causò un serio problema al birrificio già che le autorità fecero ritirare tutte le bottiglie affinché si sostituisse l’immagine della bandiera.



668, del birrificio New england (USA) esilarante etichetta su cosa si provi ad essere il vicino del diavolo (666)… bellissimo il dettaglio dell’albero mezzo bruciato e l’esperessione del tizio.



Lily flagg, del birrificio Straight to ale (USA) nel 1892 la mucca Lily Flagg battè ogni record di produzione di burro, da sola fu infatti capace di produrne 474 kg. Il suo ricordo continua a vivere nell’etichetta di questa Milk Stout (e pure su una pagina di Wikipedia) quasi a simboleggiare la cremosità che potremo incontrare bevendola.



Duck-rabbit amber ale, del birrificio Duck-rabbit (USA)… che dire… un classico dei giochi di illusione… non si riesce a smette di guardarla…



Flying dog doggie style classic pale ale, del birrificio Flying dog (USA) disegnata dall’artista Ralph Steadman cosi come tutte le altre etichette del birrificio… non sono un appasionato d’arte ma sono davvero belle e caratteristiche.



Let my people go, del birrificio Ispwich ale (USA) e chi non lo seguirebbe il Mosè verso la terra promessa se queste fossero le premesse (mi riferisco al bicchierone di birra in mano)??


Ovviamente esistono moltissime altre etichette altrettanto belle e interessanti.. io ne ho elencate solo alcune che ritengo interessanti basandomi su un mio giudizio soggettivo, se ne avete altre che vi hanno particolarmente colpito fatemi sapere ¡!


…In Beer We Trust… 


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